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Cronaca Montenapoleone / Via della Spiga

Maxi colpo alla gioielleria Scavia, 13 arresti: alcuni sono gioiellieri

I malviventi erano riusciti a razziare circa 5 milioni di euro: si erano presentati in via Della Spiga travestiti da vigili. Gli arrestati sono tutti i italiani

Dalle prime luci dell'alba di martedì 23 maggio la polizia di Stato sta eseguendo 13 ordinanze di custodia cautelare inerenti la clamorosa rapina avvenuta il 5 febbraio scorso nel Quadrilatero della Moda, a Milano, alla gioielleria Scavia.

Tra i destinatari dei provvedimenti, tutti italiani, ci sarebbero anche alcuni gioiellieri. Il colpo era avvenuto ai danni della gioielleria Scavia di via della Spiga.

Il modus operandi di quella mattina era stato da veri professionisti. I rapinatori, quella mattina, avevano agito con un piano da veri professionisti, presentandosi nella gioielleria travestiti da vigili. Improvvisamente poi avevano estratto le pistole, legato e imbavagliato tutti, razziando diamanti, oro e gioielli vari per un valore di 5 milioni di euro.

Gli arrestati della Squadra Mobile sono Guglielmo F., di 54 anni (figlio di Gaetano, boss già condannato per mafia), i fratelli Cesare e Giuseppe R., di 48 e 59, Pietro G., di 54, Franco F., di 53, Angelo P., di 48, Gennaro D.P., di 49, Aldo T., di 79, Pasquale D.D., di 57, Giuseppe A., di 60, Romualdo C., di 44, Luigi M. C., di 40, e Raffaele J., di 51 anni. Quest'ultimo è il titolare della gioielleria "J&J" di via Montenapoleone 23, accusato di favoreggiamento per aver avvertito componenti della banda delle indagini della polizia, che gli avevano chiesto di visionare i filmati delle proprie telecamere di sicurezza. Le accuse sono associazione a delinquere, sequestro di persona, rapina aggravata, porto abusivo di armi e ricettazione.

Le indagini sono partite dalle immagini delle telecamere poste all'esterno della gioielleria e lungo il percorso fatto dalla banda, che ha utilizzato uno scooter e due auto rubate. Attraverso un delicatissimo lavoro di analisi delle celle telefoniche di alcuni componenti, gli investigatori hanno ricostruito la vicenda scoprendo anche che i rapinatori hanno seguito per almeno 4 mesi prima del colpo il dipendente che tutte le mattine partiva dalla propria casa di Novara per aprire il negozio in via della Spiga a Milano.

Infatti, per dissuaderlo da eventuali reazioni, al momento della rapina gli hanno mostrato una foto della sua abitazione. I tre esecutori materiali del colpo non sono stati ancora individuati a causa del travestimento che rende quasi impossibile l'identificazione. Si ipotizza che la banda li abbia fatti venire dalla Sicilia. Uno dei centri della banda era il ristorante 'Il castello' di Cusago, dove stamattina è stata effettuata una perquisizione.

Durante i 34 controlli di oggi sono state ritrovate due collane Tennis e un anello di Scavia nell'abitazione di una persona che, al momento non è indagata. Inoltre, in diverse occasioni e città italiane, nel 2011, la polizia ha ritrovato alcuni gioielli rubati il 24 febbraio 2008 nello showroom Damiani di corso Magenta, a Milano. Nella lunga ordinanza del gip Fabrizio D'Arcangelo, si fa riferimento a una vera associazione a delinquere tra alcuni membri della banda che da anni compiono rapine di questo tipo e gestiscono la ricettazione anche per altri criminali.

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