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Cronaca

'Tony Beccaria' e il suo complice: i rapinatori che terrorizzavano metà Milano

Almeno undici le rapine commesse nell'arco di due mesi

Disinvolti, per niente restii a usare violenza, visibilmente esperti. E seriali. Questo l'identikit dei rapinatori che tra maggio e luglio hanno terrorizzato le farmacie (e non solo) della zona est di Milano minacciando i dipendenti e riuscendo a sottrarre l'incasso e a fuggire a bordo di uno scooter senza mai essere fermati. Almeno fino a martedì scorso quando i due - 37 e 39 anni, entrambi milanesi del Corvetto con una lunga carriera criminale alla spalle - sono stati arrestati dalla polizia di Stato.

Undici rapine a Milano est: video

All'esito delle indagini del commissariato di Mecenate, diretto da Angelo De Simone, su coordinamento dal procuratore della Repubblica, Francesca Crupi, i due malviventi sono stati individuati come i responsabili di almeno undici rapine - anche se il sospetto è che il numero possa salire a 16 - e tratti arresto su esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Sara Cipolla. Ad essere colpite erano state nove farmacie a sud e a est di Milano, ma anche un Discount e un Compro Oro a San Donato Milanese, dove i due lo scorso 9 giugno erano riusciti a fuggire con circa 10mila euro di gioielli e diamanti. dopo aver afferrato per il collo la titolare colpendola anche con un pugno.

Rapinatori seriali

I due rapinatori, estremamente metodici nel portare a termine i loro 'colpi, sono legati da un rapporto di parentela (sono cognati), entrambi hanno un ricco curriculum criminale e sono nati e cresciuti nel quartiere Corvetto - dove uno era noto come Tony Beccaria a causa dei 'passaggi' nel carcere minorile sin da quando aveva appena 15 anni. Sempre uguale il copione delle rapine commesse, Si spostavano, in zone che conoscevano molto bene, a bordo di un Honda Sh 300 (poi risultato rubato e posto sotto sequestro), arrivavano nella farmacia prescelta, attendevano qualche istante e poi entravano con berretti, caschi e mascherina. Una volta all'interno inizialmente si fingevano clienti e uno dei due chiedeva sempre il medesimo prodotto, ovvero la connettivina in garze, un farmaco molto particolare che l'uomo conosceva per averlo usato nel curarsi una brutta abrasione riportata durante una fuga dopo una rapina. 

Dopo la breve farsa, passavano all'azione, estraendo un coltello a serramanico dalla grossa lama, e in un caso un taglierino, e minacciando i farmacisti per farsi consegnare l'incasso, che a volte prendevano direttamente. Tutte le volte, poi, mettevano il denaro nello stesso sacchetto bianco (dettaglio che ha poi dato il nome all'operazione della questura) , che è stato subito colto dagli investigatori, facendogli comprendere come dietro alle tante rapine commesse nei mesi estivi nel quadrante tra via Ripamonti e via Lomellina vi fosse la stessa mano. Infine, i due scappavano sullo scooter rubato imboccando vie laterali (che ora gli costerà anche un'accusa di ricettazione) e si rifugiavano nei cortili dei palazzi del Corvetto, facendo affidamento su amici e parenti.

I tatuaggi

I poliziotti di Mecenate, analizzando i fotogrammi delle videocamere di sorveglianza dei negozi, hanno anche notato che i rapinatori avevano diversi tattoo, e che, in particolare uno di loro, vicino al sopracciglio aveva tatuata la scritta in corsivo 'the end'. Questi gli elementi che, insieme al prezioso contributo delle vittime, hanno permesso di risalire ai due rei, già noti alle forze dell'ordine. Durante la perquisizione avvenuta durante il loro arresto, poi, sono stati trovati anche i vestiti utilizzati per commettere le rapine, un'ulteriore prova della loro colpevolezza.

Protagonista delle azioni criminali era il 39enne Matteo Antonio Grifa - aka Tony Beccaria e un cognome legato a un clan attivo nella zona sud di Milano - il quale nella maggior parte dei casi si accompagnava al cognato, il 37enne Mario D'Argento (responsabile anche di una grossa rapina commessa a Novara nel 2019, quando vennero rubati 50mila euro), ma quando quest'ultimo era stato fermato dalla polizia, lo aveva sostituito con un altro complice, sul quale sono ancora in corso indagini.

Esperti, disinvolti e violenti

I rapinatori non si facevano scrupoli nel cavalcare una vera e propria escalation di violenza quando lo ritenevano necessario a raggiungere i propri scopi. Erano in grado di valutare come comportarsi con la vittima: se nel caso delle farmacie di Milano, si 'limitavano' a intimidire i dipendenti maneggiando il coltello a serramanico, con la titolare del Compro Oro di San Donato, oltre alle minacce sono passati alle vie di fatto, arrivando a afferrarla per il collo, immobilizzarla e colpirla con un pugno alla schiena.



 

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