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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Crescenzago / Via Palmanova

"Ko gang", i ragazzini che hanno terrorizzato Milano tra rapine, pestaggi, violenza e trap

Indagine della polizia su una baby gang di Crescenzago. Due in manette, altri 4 indagati

Martedì mattina, quando i poliziotti sono andati a prenderlo a casa per portarlo in cella, suo padre non ha fatto una piega. Anzi. Ha trattato gli agenti con poco rispetto e poi, rivolgendosi a suo figlio - 15 anni e già un discreto curriculum criminale alle spalle - gli ha detto soltanto una cosa: "Il carcere l'ho fatto anche io. Ora vai e vediamo quanto vali". Quanto valeva, suo figlio, quel 15enne, fuori dal carcere aveva già provato a dimostrarlo a suo modo con una vita fatta di violenza, sangue, rapine e pestaggi. Sì, perché quel ragazzino poco più che adolescente sarebbe uno dei capi della baby gang che nell'ultimo anno ha letteralmente seminato il panico tra i giovani di Crescenzago e dintorni. 

Il 15enne e i suoi compagni - un 17enne è finito in cella come lui e altri 4 sono indagati - si erano ribattezzati la "banda di Precotto" o la "Ko gang" perché alcuni di loro sono dei piccoli cantanti trap in erba e sembra che il loro gruppo si chiami proprio così. 

Il loro punto di incontro, hanno accertato gli investigatori del commissariato Villa San Giovanni, guidati dal dirigente Alessandro Chiesa, era l'Esselunga di via Adriano. Lì si davano appuntamento e poi partivano per i blitz, sempre in almeno una decina e sempre con a capo il 15enne e il 17enne.

Rapine, pestaggi e violenza dei baby criminali

Nell'ordinanza di custodia cautelare che li ha mandati in cella vengono ricostruite sei rapine - di due sono accusati in concorso - più un vero e proprio raid vandalico all'interno di un autobus Atm. 

La serie si era aperta il 10 gennaio 2021, con un doppio colpo in zona via Palmanova, il territorio di caccia preferito dei ragazzini, che - spesso armati di coltello - sfruttavano poi il sottopassaggio della metro di Crescenzago per dileguarsi in caso di arrivo delle forze dell'ordine. I primi a finire nel mirino del branco erano stati due 12enni e una 13enne che erano stati rapinati dei cellulari dopo essere stati minacciati. In aiuto dei tre erano intervenuti tre ragazzi più grandi, quasi maggiorenni, che però circa mezz'ora dopo avevano dovuto fare i conti con la "ko gang". Per lavare l'onta della reazione, infatti, i baby criminali avevano raggiunto i giovani, li avevano picchiati e gli avevano portato via una cassa bluetooth. 

Il 26 gennaio ancora violenza, con modalità praticamente identiche. Il gruppo - sempre agendo con la forza del branco, come sottolineato anche dal giudice nell'ordinanza - aveva massacrato di botte un 46enne incrociato su un bus della linea 53, la cui unica colpa era stata chiedere al 17enne di mantenere le distanze imposte dalle norme anti covid. Appena l'uomo era sceso dal mezzo, i ragazzi lo avevano seguito e lo avevano picchiato con calci e pugni alla testa. 

"Ti sparo in gola"

Il 9 febbraio, invece, a incrociare la "banda di Precotto" erano stati due 15enni, fermati in via Pontano dai sei baby criminali - tra cui il 15enne -, minacciati, aggrediti e rapinati.

Quattro giorni dopo nessun ferito, ma una sorta di prova di forza che descrive perfettamente l'indole criminale dei giovanissimi. La gang si era ritrovata alla solita Esselunga e aveva fatto ingresso nel supermercato passando però dall'uscita. Quando il vigilante aveva ripreso e fermato i ragazzi, il 15enne gli si era avvicinato e gli aveva detto: "Ti prendo la pistola e ti sparo in gola". 

Dopo alcuni interventi delle Volanti e le denunce presentate delle vittime - tutte spaventate e terrorizzate -, i poliziotti sono riusciti a mettere insieme le varie tessere del puzzle, identificando i giovani anche attraverso alcune foto postate da loro stessi sui social. E proprio grazie alle identificazioni, gli agenti sono stati in grado di dimostrare che c'era la firma della stessa gang sul raid andato in scena il 27 luglio del 2020 su un pullman della linea 86 in via Adriano.

Quel pomeriggio, i baby banditi erano saliti a bordo del mezzo senza indossare la mascherina ed erano stati sgridati dal conducente, che aveva fermato la corsa. Per tutta risposta il branco lo aveva pestato, gli aveva sputato contro e prima di andare via aveva spaccato lo specchietto del bus. 

Raccolti tutti gli elementi di prova, il commissariato ha chiesto le ordinanze di custodia cautelare, che sono arrivate per il 17enne, che non aveva precedenti, e per il 15enne, che invece un paio di anni fa era già stato accusato di violenza sessuale e lesioni contro una coetanea. Per loro - che non vivono in zona, anche se proprio a Crescenzago hanno dei legami - si sono quindi aperte le porte del Beccaria. 

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