Sgominata banda minorenne di latinos, le "rapine" in rete
26 arresti (20 minorenni e 6 maggiorenni) per membri di gang di latinos, "dediti" a rapine particolarmente violente. Le loro "imprese" finivano in rete. Per le donne, cinghiate d'iniziazione
Gli agenti del commissariato Mecenate hanno eseguito provvedimenti di custodia cautelare a carico di 20 minorenni e di fermo di polizia giudiziaria a carico di 6 maggiorenni. I ragazzi, tutti di origine sudamericana, sono ritenuti responsabili di una serie di rapine, perpetrate in gruppo e con modalità particolarmente violente. L'indagine ha avuto inizio nel maggio 2010, a seguito di una serie di rapine portate a termine dai giovani sudamericani, principalmente all'interno della metropolitana Milanese.
I VIDEO SU YOUTUBE - Nel corso della lunga indagine, spiega la polizia, gli investigatori si sono avvalsi anche dei moderni strumenti di comunicazione, tra i quali Facebook e Youtube, che i baby rapinatori utilizzavano, inserendovi immagini e video delle loro azioni, per acquisire considerazione tra i componenti «anziani» delle pandillas Latin Dangerz e Los Brothers, che operano nel contesto della criminalità giovanile straniera.
STRAFOTTENTI E FELICI - Avevano creato anche un sito internet in cui caricare i filmati (qui il rito di iniziazione per una ragazza, cinghiate) delle proprie gesta e stimolare i commenti degli amici. Le due nuove gang latino-americane sgominate in queste ore, i cosiddetti «Latin Dangerz» e i «Los Brothers», erano composte da giovanissimi sudamericani avvezzi all'utilizzo delle nuove tecnologie. Per questo amavano esaltare le proprie azioni criminali anche via web, caricando in rete fotografie e filmati ripresi con i telefonini di nuova generazione, gli stessi che sottraevano alle vittme con assalti di massa, spesso armati e molto rapidi. I video sono ancora disponibili digitando il nome dei due gruppi sul canale telematico YouTube, in cui si possono notare le scorribande delle pandillas in metropolitana e nei giardini pubblici cittadini, durante i loro ritrovi, bottiglie di birra alla mano, in atteggiamento di compiaciuta strafottenza.
DI DIVERSE NAZIONALITA' - Si davano appuntamento sui social network, Facebook soprattutto, attraverso cui entravano in contatto con le altre frange distribuiti in Italia, tra Genova, Torino e Bergamo, ma anche con le bande omonime cresciute in Sudamerica, alle quali si ispiravano. La polizia ha lavorato un anno intero prima di eseguire, questa mattina, 20 provvedimenti di custodia cautelare a danni di minorenni e sei fermi per altrettanti maggiorenni. Le due bande, a differenza di altre gang distinte per nazionalità, erano composte da sudamericani di varia provenienza, tra peruviani, ecuadoriani, argentini, abitanti in tutta Milano.
A RAPINARE CON CATENE E MAZZE - Uscivano di casa armati di mazze e catene, si ritrovavano al Parco Trotter, in zona via Padova, dove su un muro avevano scritto il nome della propria banda per essere riconosciuti e rispettati. Sono 24 gli episodi contestati dagli investigatori. Minacciavano le vittime, le picchiavano e si facevano consegnare cellulari, lettori mp3 all'ultima moda, giubbotti, occhiali da sole. I giovani bloccati dagli agenti avevano tra i 15 e i 23 anni, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio, contro la persona, danneggiamento e lesioni.
LAP DANCE IN METRO - C'erano anche quattro donne minorenni tra i 26 giovani rapinatori sudamericani bloccati questa mattina dalla polizia. Le appartenenti alla banda, come testimoniato da un video reperibile in rete, erano sottoposte un «rito di iniziazione», in cui venivano prese a cinghiate da altre giovani. Le donne inserite nella gang avevano poi un ruolo attivo anche durante le rapine. Entravano in azione insieme ai propri fidanzati, incitandoli a colpire e impossessarsi dei cellulari delle vittime. Giovanissime e spigliate, si riprendevano in metropolitana durante esibizioni di «lap dance» improvvisate sui pali presenti all'interno delle carrozze per reggersi lungo il viaggio.