Caccia il figlio di casa, poi lo fa arrestare: il rapinatore seriale "tradito" dalla mamma
L'uomo è accusato di almeno tre rapine e in un quarto colpo avrebbe fatto da palo. Chi è
Quando i poliziotti sono andati a casa sua, lei ha spiegato che quel figlio lo aveva allontanato - non senza dolore - dopo che aveva deciso di imboccare la strada della criminalità. Ha giurato che lui in quell'appartamento non ci dormiva più da tanto e che ormai la sua nuova "abitazione" era qualche panchina di fortuna in giro per il quartiere Affori. Poi, spinta dagli agenti, ha composto il numero di telefono e lo ha attirato lì da lei, dove la sua breve fuga è terminata.
Un uomo di quarantatré anni, un cittadino italiano con precedenti penali, è stato fermato nei giorni scorsi dagli uomini del Commissariato Comasina perché considerato il responsabile di almeno tre rapine commesse tra gennaio e febbraio sempre nella stessa farmacia, la "Lloyds" di via Carli. Le manette per il rapinatore seriale sono scattate a casa dei suoi genitori, entrambi anziani, dove i poliziotti erano andati a cercarlo.
Gli agenti erano sulle sue tracce dallo scorso 19 febbraio, quando il 43enne aveva fatto da palo a un suo amico - un ragazzo ventiquattrenne - per mettere a segno l'ennesimo colpo nella farmacia di via Carli. Quel giorno a interrompere il blitz dei due ci aveva pensato un poliziotto della Squadra mobile libero dal servizio che aveva riconosciuto proprio il "palo" - fuggito - e aveva allertato i colleghi, che erano poi riusciti a bloccare il rapinatore in flagranza.
Nonostante in quel caso fosse scappato, i poliziotti di Comasina sapevano benissimo chi fosse il "ricercato" ed erano certi che fosse proprio il rapinatore ripreso dalle telecamere della farmacia durante i tre colpi di inizio anno e, probabilmente, una quarta rapina di novembre dello scorso anno.
Così, gli agenti sono andati a casa di sua mamma e suo padre nella speranza di trovarlo lì. La donna - hanno spiegato dalla Questura - ha raccontato di aver cacciato di casa il figlio proprio per la sua vita da criminale e ha detto che spesso lo aveva visto dormire sulle panchine di piazza Leonardo da Vinci. Lei stessa, su invito della polizia, ha poi telefonato all'uomo chiedendogli di raggiungerla a casa.
Quando il 43enne è entrato, gli agenti lo hanno bloccato e lo hanno perquisito. A incastrarlo definitivamente ci hanno pensato il giubbotto, il maglione e le scarpe che aveva addosso: gli stessi che indossava al momento delle rapine. Dopo che i poliziotti gli hanno mostrato le immagini dei colpi, l'uomo ha ammesso di essere proprio lui il rapinatore seriale.