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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Lingua italiana e attestato professionale: le nuove regole per i centri massaggi in Lombardia

La Lega Nord introduce regole severe. La lingua è un requisito per i "non europei" che gestiscono i centri

La regione Lombardia contro i centri massaggi, finiti proprio di recente agli onori delle cronache per due interventi delle forze dell'ordine che hanno portato alla chiusura di due di questi centri, uno a Milano in via Zuretti e uno a Lissone. Due emendamenti alla legge di semplificazione (appena approvata in commissione, e che tornerà in consiglio il 17 maggio) prevedono una "stretta" su queste attività, che non di rado nascondono lo sfruttamento della prostituzione quando non anche la riduzione in schiavitù.

Una prima norma prevede l'obbligo di avere frequentato un corso di tecniche di massaggi olistici per tutte le operatrici. Si tratta di una norma che la Lega Nord aveva già tentato di introdurre nel comune di Milano, quando era in maggioranza (all'epoca del sindaco Letizia Moratti), senza successo. 

La seconda norma chiede invece che i gestori dei centri massaggi frequentino e superino un corso di lingua italiana oppure dimostrino, con un attestato, di conoscerla almeno a livello base. Questa seconda norma, però, vale soltanto per i cittadini «non europei e dell'Unione europea», come si legge nel testo dell'emendamento. In altre parole, una cittadina russa può tranquillamente continuare a gestire un centro massaggi senza dover dimostrare una conoscenza della lingua italiana, mentre una cittadina cinese deve dimostrarne la conoscenza.

La giunta regionale stabilirà, a parte, i requisiti igienico-sanitari e di sicurezza a cui i centri massaggi dovranno attenersi. Le sanzioni per chi violerà tutte queste norme va da 5 mila a 15 mila euro, con il raddoppio in caso di recidiva.

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