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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Piazza Duca d'Aosta

Le storie dei rifugiati siriani costretti a vivere in Stazione Centrale

Da tre giorni quella è la sua casa e quella di decine di connazionali che hanno affrontato il viaggio sulle carrette del mare

"Non scappiamo dalla fame per sogni di ricchezza, scappiamo dalle bombe, dal Sarin. Abbiamo tutto da perdere''. Hassan è un elettricista di 30 anni, è siriano ma parla un inglese fluente, migliore di quello di tanti italiani che gli passano accanto in stazione Centrale, a Milano. Da tre giorni quella è la sua casa e quella di decine di connazionali che hanno affrontato il viaggio sulle carrette del mare.

Cercano di allontanarsi il più in fretta possibile dall'Italia per raggiungere amici e parenti in giro per l'Europa. Per due giorni le panchine della Stazione hanno accolto anche una coppia con una bambina di meno di un mese, nata proprio su uno dei barconi diretti a Lampedusa. Sono due ragazzi di 28 e 26 anni: Ahmed, manovale, e Jamila, addetta alla cura della bimba, finiti agli arrivi di Milano dopo un viaggio estenuante iniziato mesi fa.

Lunedì pomeriggio hanno lasciato la Stazione perché un amico marocchino gli ha messo a disposizione un appartamento fino a quando non riusciranno a rimettersi in marcia verso la meta finale. ''Dalla Siria sono andati in Egitto - racconta un loro compagno di viaggio - poi in Libia dove si sono imbarcati. Ora vogliono andare nel nord Europa''. Un desiderio condiviso da molti dei rifugiati. Tutti sperano di poter mettere finalmente radici e ricominciare, magari partendo proprio dalla propria professionalità.

Tutte le persone intervistate raccontano che in Siria avevano un lavoro (alcuni più di uno), e le mani callose non lasciano dubbi a riguardo, e c'è qualcuno che spiega di aver lasciato una bella casa e un'attività ben retribuita per scampare agli attacchi. C'è un ragazzo di 24 anni, Rame, che sembra tedesco. Ha capelli biondi e occhi azzurri. Non parla una parola di inglese ma tramite un connazionale spiega che vorrebbe andare proprio in Germania, dove ha già in mente di raccontare che suo nonno era un tedesco doc. Rame racconta che in Siria era un falegname e che era dipendente di una ditta nella città di Duma, colpita dall'attacco al gas Sarin che ha provocato centinaia di morti. Forse, aggiunge, inizierà anche a tifare per il Bayern di Monaco, ''tradendo'' la sua passione per il Real Madrid e per Cristiano Ronaldo. 

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