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Cronaca

Milano presenta il conto ai No Expo: il Comune chiede i soldi a chi mise a ferro e fuoco la città

Il comune di Milano si è costituito parte civile contro i sei No Expo a processo. Le richieste

Il conto è stato presentato. E la sensazione è che la volontà sia quella di andare fino in fondo. Mercoledì, palazzo Marino - attraverso l'avvocato Maria Rosa Sala - ha depositato un atto con cui ha chiesto di potersi costituire parte civile nel processo contro i sei giovani - cinque greci e un italiano - accusati di devastazione per il corteo "No Expo" del 1 maggio 2015

Corteo No Expo 1 maggio 2015 - Foto Gemme

Quel giorno, una parte dei manifestanti si era staccata dal corteo principale e aveva letteralmente messo a ferro e fuoco il centro città, bruciando le auto, distruggendo le vetrine di banche e negozi e ingaggiando una lunga serie di scontri fisici con le forze dell'ordine. 

I No Expo - questa la tesi dell'avvocato del comune - hanno così causato “rilevantissimi danni, patrimoniali e non patrimoniali” a palazzo Marino, anche “quale promotore dell’evento Expo Milano 2015”. L'azione di guerriglia dei sei giovani a processo - ha proseguito il legale - ha “provocato la devastazione del centro della città” ed ha avuto “ampia risonanza sui mezzi di informazione pubblica, con immediata e grave lesione all’immagine della città e alla diffusione di uno stato di allarme sociale”.

L'obiettivo di Palazzo Marino è ottenere un risarcimento “delle spese per i danni arrecati ai manufatti e ai mezzi di trasporto” che furono devastati nel corso del corteo, oltre che i soldi investiti per ripulire la città, che aveva subito risposto alle violenze con l'iniziativa popolare e collettiva "Nessuno tocchi Milano"

 Tutte queste spese - ha chiarito l'amministrazione - sono state sostenute “con oneri straordinari a carico delle tasse comunali”. 

Manifestazione Lega per devastazione 1 Maggio (foto Negri)

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