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Cronaca Taliedo / Via Dione Cassio

Campi rom, via Dione Cassio: polemica politica sui nomadi

Pdl, Lega e Fdi: "Granelli promette e non mantiene, cosa pretende?". L'assessore: "Capisco il disagio ma la soluzione è vicina"

Si sono improvvisamente accesi i riflettori sul campo rom di via Dione Cassio. Chissà che cosa ne pensa Marco Cormio, consigliere comunale del Partito democratico e residente in zona, che nei primi mesi del 2012 avvertì il "suo" assessore Granelli dei primi arrivi, probabilmente pensando alla linea dichiarata della maggioranza di centrosinistra sul tema dei nomadi: impedire sul nascere gli insediamenti non autorizzati proprio per evitare che potessero "esplodere".

Ed è un dato di fatto che a dicembre Granelli parlasse di sgombero nel giro di un mese, e che ad aprile 2013 il campo abbia frattanto aumentato le presenze, accogliendo i fuoriusciti di via Pestagalli dopo il rogo.

Anche ora (metà aprile 2013) Granelli parla di soluzione entro fine mese, ma nel frattempo viale Ungheria è diventata un campo di battaglia (verbale) quotidiana. Non passa quasi giorno che non ci sia una manifestazione da parte dei residenti e dei gruppi di destra, primo tra tutti il circolo Domenico Leccisi, intitolato all'uomo che nel 1946 trafugò la salma di Mussolini dal cimitero di Musocco (dov'era anonimamente sepolta) e che fu poi parlamentare del Msi. La speranza di tutti è che la zona non si trasformi in una polveriera nel vero senso della parola.

Via Dione Cassio è presidiata dalle forze della polizia locale 24 ore su 24, in modo che non si evidenzi nemmeno per sbaglio un contatto tra i rom e gli abitanti del quartiere, che in questo momento potrebbe avere gravi conseguenze. Sul posto è arrivato lo stesso Granelli, insieme al comandante dei vigili Mastrangelo. Nel tardo pomeriggio di martedì 16 aprile una nuova manifestazione è stata inizialmente impedita dalla polizia, con qualche mini-tafferuglio risoltosi per fortuna senza nessun problema. Poi i manifestanti si sono recati in viale Ungheria 5, davanti a Billa, dove Gabriele Leccisi ha parlato brevemente invitando a non commettere alcun reato.

Le forze politiche non lesinano ad intervenire. Riccardo De Corato, ex vicesindaco ed esponente di Fratelli d'Italia, così come Giulio Gallera, coordinatore cittadino del Pdl e Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega, parlano di tensione provocata dalle "promesse non mantenute di Granelli". Raccolgono consensi e applausi (Gallera è andato in via Lombroso, dove sorgerà il nuovo centro d'accoglienza temporanea), Bastoni parla di "tensione sociale come naturale conseguenza" della politica di Pisapia che "chiude le scuole civiche (riferimento alla San Giusto, n.d.r.) e apre campi rom, aggiunge nuove tasse e costruisce ville per i rom (riferimento alle case mobili di via Martirano, n.d.r.)". De Corato sottolinea che "è dall'aprile 2012 che Granelli promette sgomberi che non ci sono, un anno perso a promettere mentre in via Dione Cassio i nomadi aumentavano a vista d'occhio".

Agli antipodi le reazioni delle associazioni che si occupano di nomadi a Milano. A parlare è Corrado Mandreoli (Tavolo Rom): "Siamo preoccupati per i gravi atti di violenza - dice - manifestatisi nei giorni scorsi ai danni del campo rom di via Dione Cassio". Mandreoli ricorda che per via Dione Cassio il destino dello sgombero e degli allontanamenti è segnato e invita le forze dell'ordine a "garantire la sicurezza delle famiglie rom". E anche la Naga, che si occupa di assistenza sanitaria, ribadisce lo stesso concetto.

Dalla maggioranza chi cerca di contrattaccare, chi di rassicurare. Gabriele Ghezzi, del Pd, afferma che De Corato "nel suo ultimo mandato sgomberava i rom dai campi abusivi, come se fossero su una grande giostra in un Luna Park: sempre gli stessi, che venivano spostati in modo coercitivo". E l'assessore Granelli fa un appello: "Non si strumentalizzi il disagio dei residenti, che capisco e a cui abbiamo già assicurato che nel mese di aprile sarà attuato l'allontanamento e la messa in sicurezza dell'area".

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