Ha scelto quello stesso quartiere che, in parte, gli era stato ostile. Ha voluto, per il suo esordio ufficiale con la fascia tricolore, quello stesso “teatro” che lo aveva contestato. Perché, aveva spiegato, sarà “l’occasione per dimostrare che ascoltiamo in continuazione la città”. Purtroppo per lui, però, l’accoglienza non è cambiata. 

Sala contestato alla prima giunta da sindaco

Prima giunta movimentata per il neo sindaco di Milano, Beppe Sala, che giovedì mattina è stato contestato da alcuni attivisti del comitato abitanti Giambellino Lorenteggio all’esterno del centro “Elio Pianezzola”, che ha ospitato la riunione del sindaco e dei suoi nuovi assessori. 

I manifestanti, tenuti a distanza dal luogo della giunta dalla polizia in assetto antisommossa, hanno rinfacciato al primo cittadino la scelta di chiudere le porte della riunione ai residenti. Ma non solo. Il malcontento vero, oltre a una gestione delle case popolari che non soddisfa i contestatori, nasce dalla riqualificazione che sta interessando e che interesserà il quartiere: una riqualificazione che, evidentemente, non piace al comitato che ha riassunto il proprio pensiero nello striscione, eloquente: “Ci volete in periferia, ma siamo il centro della Milano che lotta”. 

Quello tra il Giambellino e Beppe Sala, tra l’altro, è un amore mai sbocciato. Già durante la campagna elettorale, il sindaco era stato preso di mira da alcuni residenti, che non avevano accolto di buon occhio la sua presenza a pochi giorni dalle elezioni. 

“Ci sono degli antagonisti - aveva attaccato mister Expo - che tengono sotto scacco il quartiere. Io non ho nessun timore di situazioni del genere, ma quello che mi preoccupa è che non c'è la possibilità poi, a volte, di spiegarmi con tranquillità con i cittadini, ma sono cose che capitano".

E che, giovedì, sono ricapitate. 

Ph: Sala e la sua giunta durante la riunione al Giambellino