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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Terrorismo, la salma di Anis Amri in viaggio per la Tunisia

La salma del terrorista avrebbe lasciato l'obitorio di Milano in cui è rimasta per tutti questi mesi

La salma di Anis Amri è stata caricata su un aereo per Tunisi, la capitale del Paese di origine del giovane terrorista che, prima di Natale 2016, aveva compiuto una strage irrompendo con un camion in mezzo ad un affollato mercatino di Berlino e poi si era dato alla fuga, finendo infine ucciso nei pressi della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni in uno scontro a fuoco notturno con la polizia italiana.

Sparatoria a Sesto: ucciso il terrorista di Berlino (foto B&V Photographers)

Per tutto questo tempo, il suo corpo era rimasto "depositato" all'obitorio milanese di via Ponzio, in zona Città Studi, perché nessuno lo avrebbe mai reclamato. 

Dopo l'attentato di Berlino, Amri aveva intrapreso un lungo viaggio di fuga a bordo di vari treni regionali dal Belgio alla Francia e poi fino a Torino e a Milano, infine a Sesto: qui una volante del locale commissariato lo aveva intercettato mentre era fermo, da solo, alle tre di notte. Gli agenti si erano insospettiti e gli avevano chiesto i documenti. Ma lui, dallo zaino, aveva estratto una pistola e aveva fatto fuoco, ferendo uno dei due poliziotti: l'altro agente aveva risposto al fuoco. 

Era bastata qualche ora per capire che si trattava proprio dell'attentatore. Le indagini avevano poi ricostruito la sua fuga, immortalata anche da diverse telecamere di sorveglianza.

Le polemiche sulla salma

Un articolo di "Bild", tabloid tedesco, ha recentemente ricostruito i "rimpalli" di responsabilità tra l'Italia, la Germania e la famiglia del terrorista riguardo alla salma: nessuno sembrava volerla, ed in particolare più volte Viviana Beccalossi - assessore regionale all'urbanistica ed esponente di Fratelli d'italia - ha richiamato la questione della salma

La legge italiana afferma che tutto ciò che riguarda gli aspetti post mortem di una persona non reclamata deve essere pagato dal Comune in cui quella persona è deceduta o in cui è stato ritrovato il cadavere. Tra i costi anche quello della permanenza all'obitorio. Beccalossi ha sempre chiesto che ciò non avvenisse, sostenendo invece che il governo italiano avrebbe dovuto fare pressioni sulla famiglia di Amri o al limite sul governo tunisino perché la salma venisse portata in Patria.

La salma era però sotto sequestro per consentire le indagini delle polizie tedesca e italiana. A febbraio 2017 la famiglia d'origine di Amri, pur sottolineando la netta dissociazione rispetto all'atto terroristico del loro parente, aveva spiegato (sempre a "Bild") di avere chiesto per ben sedici volte la salma al governo italiano senza mai ottenere risposta.

«Ora dobbiamo vigilare affinché né lo Stato italiano né i Comuni di Milano e Sesto San Giovanni paghino le spese per il mantenimento e trasporto della salma», ha commentato Beccalossi. Sulla stessa linea il neo sindaco di Forza Italia di Sesto, Roberto Di Stefano.

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