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Cronaca

Salvini indagato a Milano: denunciato per diffamazione rischia di perdere i "social"

La denuncia era stata presentata a luglio scorso dalla comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete. Nella querela si chiedeva il sequestro degli account social dell'ex ministro

L'ex ministro dell'interno Matteo Salvini è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma in relazione alla denuncia presentata a luglio scorso dalla comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete. 

Gli atti della denuncia per diffamazione sono stati inviati per competenza territoriale dai pm di piazzale Clodio alla procura di Milano, città dove risiede il leader leghista. E il fascicolo, attualmente in fase di valutazione, è arrivato sul tavolo del pm di Milano Giancarla Serafini.

L'ex premier è una furia contro Carola Rackete: "Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia!" scrive Salvini sui social: "Io non mollo, mai".

Sea Watch , Salvini indagato per diffamazione

Nella querela presentata da Carola Rackete, in cui tra l'altro si chiedeva il sequestro degli account social dell'ex ministro, erano riportati alcuni post di Salvini dopo le polemiche seguite allo sbarco dei migranti nel porto di Lampedusa e diversi commenti da parte di utenti contro Rackete.

"La richiesta è legittimata dalla giurisprudenza della Corte Suprema – aveva spiegato l'avvocato Alessandro Gamberini - che autorizza il sequestro dei servizi di rete e delle pagine informatiche che non rientrano nella nozione di stampa e quindi non godono delle garanzie costituzionali in tema di sequestro di stampa".

Nelle quattordici pagine della querela vengono riporte 22 offese del ministro, contenute nei sui tweet, nelle dirette Facebook e in alcune interviste televisive. Inoltre i legali della "capitana" hanno ritenuto lesive della reputazione della loro assistita le affermazione con cui il vicepremier ha definito la ong Sea Watch come "organizzazione illegale e fuorilegge" 

"Affermazioni sono lesive della mia reputazione e mettono a rischio la mia persona e la mia incolumità, in quanto dipendente e rappresentate della Sea-Watch".

Proprio sull'istigazione all'odio si incardina la seconda parte della denuncia mettendo in evidenza i messaggi di offese e minacce apparsi su Internet.

"Nelle parole di Matteo Salvini sono veicolati sentimenti viscerali di odio, denigrazione, delegittimazione e persino di vera e propria deumanizzazione".

La trentunenne tedesca ricorda ancora una volta come le sue azioni siano state motivate esclusivamente dalla necessità di tutelare la vita e l'incolumità fisica e psichica dei naufraghi a bordo. Una versione riconosciuta dalla gip di Agrigento Alessandra Vella nell'ordinanza di non convalida del fermo.

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