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La storia

Le parole di Salvini sul barbiere egiziano che ha aiutato suo figlio

"Dopo Natale sono passato a salutarlo e ringraziarlo, condividendo con lui un sorriso e un panettone"

Per arrestare i due presunti rapinatori egiziano del figlio del ministro dei Trasporti Matteo Salvini è stato fondamentale l'intervento di un barbiere, anche lui egiziano. Il suo gesto non è passato inosservato al noto politico che su Twitter lo ha ringraziato pubblicamente, raccontando di esserci andato di persona con un panettone in mano. "Dopo Natale sono passato a salutarlo e ringraziarlo, condividendo con lui un sorriso e un panettone: buona vita Mohamed", ha scritto Salvini in un tweet. Oltre a spiegare, con un altro post, chi fosse il nordafricano: "Mohamed, per tutti 'Mimmo', barbiere e imprenditore da anni in Italia, ha avuto il coraggio di non voltarsi dall'altra parte, come purtroppo fanno in tanti, e di aiutare le Forze dell'Ordine".

La rapina al figlio di Salvini e gli arresti grazie a Mohamed

Dopo aver rapinato dei soldi e del cellulare Federico Salvini, hanno pensato di nascondere il telefono sotto il divano del locale del barbiere, con l'idea di riprenderselo l'indomani. Un progetto fallito visto che 'Mimmo', il titolare, si è insospettito e, avendo incontrato la polizia il giorno precedente, si è rifiutato di consegnare lo smartphone. Poi li ha fotografati ed ha chiesto aiuto al 112, mettendoli in fuga. Dopo le verifiche e le indagini di rito, a distanza di circa due settimane, i due sono finiti in manette. Hanno 21 e 26 anni.

L'arresto è stato eseguito dalla polizia, di Stato, coordinata dalla procura della Repubblica di Milano, su richiesta dei pubblici ministeri del VII Dipartimento. Come riferisce la questura meneghina, i due sono pregiudicati e irregolari sul territorio. Sono in carcere in quanto gravemente indiziati di essere gli autori della rapina contro il giovane Salvini, 19 anni. Il fatto risale al 23 dicembre. La sera di quel venerdì, intorno alle 21, vicino al Pio Albergo Trivulzio, nella zona ovest di Milano, la coppia ha minacciato il 19enne con una bottiglia rotta. Prima della fuga con il 'malloppo' verso via Jacopo Palma dove hanno cercato 'rifugio' presso il negozio del barbiere, all'insaputa del titolare Mohamed. Lo stesso che, agguerritissimo, alla Vigilia di Natale, li ha fotografati e messi in fuga, dopo aver 'sequestrato' loro il bottino.

L'attività d'indagine condotta dalla Squadra Mobile, in collaborazione con i poliziotti del Commissariato Bonola, ha portato frutto anche grazie alle fotografie scattate dal professionista egiziano. La coppia di suoi connazionali è stata identificata ed è stato ricostruito anche il ruolo di ciascuno di loro nell'aggressione: il 21enne è stato riconosciuto dallo stesso figlio del ministro come autore materiale della rapina, mentre il complice 26enne è stato individuato come il 'palo'.

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