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Cronaca

San Raffaele, primi licenziamenti: risposte dei partiti

Per il centrosinistra la regione deve chiedere trasparenza assoluta: "Il San Raffaele è struttura accreditata". Il Pdl: "Sindacati accettino aperture aziendali"

I primi licenziamenti del San Raffaele fanno parlare anche la politica. Si tratta di una chiara emergenza, alla quale i partiti intendono rispondere e impegnarsi per trovare un nuovo accordo, in extremis, che eviti le conseguenze più negative per i lavoratori. Il consigliere regionale del Pdl Stefano Carugo, per esempio, si appella ai sindacati perché "vadano oltre il dato referendario" (che aveva bocciato l'accordo con l'azienda) e recepiscano le aperture del management dell'ospedale.

Nel Pd puntano il dito contro il San Raffaele: Sara Valmaggi e Alessandro Alfieri fanno notare che l'azienda aveva promesso o i tagli o i licenziamenti e invece sta facendo entrambe le cose. Secondo i due esponenti del Pd occorre un intervento immediato di Maroni per far ritirare le lettere di licenziamento e, subito dopo, riaprire la trattativa. "La regione - dicono - deve chiedere trasparenza assoluta sul bilancio a una struttura che riceve finanziamenti pubblici".

Lucia Castellano, del Patto civico Ambrosoli, è solidale coi lavoratori. "Sarebbe opportuno sospendere azioni unilaterali", secondo l'ex assessore di Pisapia, dopo il referendum e soprattutto un contenimento di costi per il personale del 7% già operato dal management. Nel pomeriggio del 12 aprile si è svolto un incontro in regione tra le rappresentanze sindacali da un lato, e dall'altro tutte le forze politiche presenti al Pirellone, di maggioranza e opposizione.

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