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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La7, 'In onda': giornalista milanese minacciata e aggredita in diretta

Sara Giudice, con un passato nel Pdl e in Fli, è stata aggredita durante un collegamento per "In Onda" da un luna park di Tarquinia. La trasmissione stava "denunciando" un gioco particolare: il "tiro al politico". Le immagini

Dal “tiro al politico” si è passati in pochi minuti al “tiro al giornalista”. In un attimo il collegamento si è trasformato da un semplice racconto a una vera e propria “caccia all’uomo”, con tanto di minacce, in diretta tv. 

Sara Giudice, giornalista milanese di La7 ed ex consigliera di zona, è stata aggredita giovedì sera durante un collegamento da un luna park di Tarquinia per la trasmissione “In Onda”. 

Il finale è stato abbastanza indegno: telecamera oscurata, mani addosso all’operatore e alla giovane giornalista e linea saltata per l’incredulità e lo sgomento dei due conduttori, Tommaso Labate e David Parenzo. 

La Giudice, al momento dell’aggressione, stava mostrando il chiosco di un giostraio diventato “famoso” per una peculiarità: anziché sparare alle classiche lattine o peluche, il gioco è sparare ai politici. 

Un primo collegamento da studio era andato a buon fine. Alla seconda apparizione, invece, sono comparsi in scena uomini e donne che hanno preso di mira l’operatore e la giornalista, cercando di strapparle da mano il microfono e aggredendola verbalmente e fisicamente. 

“Mi hanno detto ‘se fai denuncia ti seguiamo fino a casa’ – ha raccontato la Giudice a ‘Il Fatto Quotidiano’ – e io ho tutta l’intenzione di denunciare”. In effetti, come ha mostrato lei poco dopo sul proprio profilo Facebook, la denuncia c’è ed è già stata depositata. 

Una brutta disavventura finita in Questura, insomma, per la giornalista con un passato da politica a Milano. Nel 2010, tra l’altro, la Giudice era diventata famosa come l’eroina anti Minetti per essersi opposta, da consigliera di zona, alla decisione di Berlusconi di candidare Nicole Minetti alle elezioni regionali. 

Dopo lo scontro, la giornalista era passata al “Nuovo polo per Milano”, in quota Fli, e - da capolista - aveva ottenuto mille voti, che non gli erano valsi l’elezioni ma erano valsi un’accusa di voto di scambio politico-mafioso a suo padre, che era stato poi assolto. 

(Video Emebd da Repubblica Tv)

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