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Cronaca

Contratti petroliferi in Algeria: assolto il presidente del Milan Scaroni, ex ad di Eni

Secondo i giudici la corruzione di un ministro algerino fu portata avanti dalla Saipem e i vertici di Eni ne erano all'oscuro

Il presidente del Milan Paolo Scaroni è stato assolto dai giudici di Milano dall'accusa di corruzione di politici algerini per ottenere otto contratti petroliferi per 11 miliardi di dollari. All'epoca dei fatti (tra il 2008 e il 2011) Scaroni era amministratore delegato dell'Eni. Per lui la procura aveva chiesto una condanna a 6 anni e 4 mesi. Con Scaroni sono stati assolti anche il manager Eni Antonio Vella e la stessa Eni come persona giuridica.

Secondo i giudici, in pratica, la Eni era del tutto estranea alla corruzione internazionale contestata alla controllata Saipem, del valore di 197 milioni di euro, denaro finito ad una società di Hong Kong gestita da un franco-algerino molto vicino all'allora ministro dell'energia dell'Algeria. Conseguente la condanna agli ex manager di Saipem Pietro Tali, Alessandro Bernini e Pietro Varone, nonché alla Saipem stessa in quanto persona giuridica, che dovrà pagare una sanzione di 400 mil aeuro e a cui sono stati confiscati 197 milioni di euro in conti correnti esteri.

Condannati anche tre intermediari e intestatari dei conti correnti con il denaro confiscato. Tutti sono stati invece assolti da un'altra ipotesi di corruzione, sempre sulle materie prime algerine, in merito all'acquisto da parte di Eni della società First Calgary Petroleum: acquisto per cui fu necessario il via libera del governo algerino. Per i pm con una corruzione, per i giudici no. 

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