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Cronaca

Arco spedizioni, ancora sciopero: "Nessuna risposta dall'azienda"

Ventiquattro lavoratori hanno detto basta "ai cambiamenti di orario predisposti dall'azienda senza nessuna consultazione o accordo sindacale". "Fanno lavorare persone non qualificate", dice il sindacato

E’ da martedì mattina che ventiquattro operai della Arco spedizioni fanno sciopero. Si sono disposti fuori dall’entrata della sede principiale dell’azienda, in via Buonarroti a Brugherio. Uomini sostenuti dalla Cgil, come dimostrano sia le bandiere sia la presenza di Salvatore Campisi, segretario generale della sede di Monza. La Arco è un’azienda di trasporti con 70 sedi sul suolo italiano e che copre circa 73 destinazioni, anche europee.

E’ anche una delle poche aziende italiane che malgrado la crisi "ha chiuso con un incremento di crescita del 7% a fine 2011", dice il sindacato. Lo sciopero è stato indetto a causa del cambiamento di regime d’orario avvenuto "senza nessuna discussione sindacale e senza nessun accordo con i lavoratori". Questa modifica porterebbe "a delle riduzioni di salario", per degli operai che lavorando per dodici, quattordici ore al giorno e prendono circa 1200 euro al mese.

Un lavoro poi non certo facile: si tratta infatti di guidare dei camion per i trasporti e poi scaricare e caricare le merci. Compiti difficili e pesanti, che persone come Salvatore Cadavero svolgono dal ’77. Ma adesso l’azienda vuole cambiare: gli operai in sciopero affermano: “Ci si affida sempre più alle cooperative che forniscono sia i camion che la mano d’opera a prezzi più vantaggiosi. Ormai i lavoratori, soprattutto stranieri, che si accontentano di poco sono molti, troppi”.

Protesta Arco Spedizioni © Scotti/MilanoToday

Loro, allora, hanno deciso di scioperare: stanno fuori ai cancelli dell’azienda fino a che la situazione non sarà modificata. Nel pomeriggio era stato organizzato un incontro, che però è risultato del tutto inconcludente: la Arco non vuole cambiare posizione e lo stesso fanno gli operai. Quest’ultimi inoltre affermano, come ora, "al loro posto starebbero lavorando persone senza nessuna autorizzazione o qualifica per le mansioni di trasporto, carico e scarico". 

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