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Scioperi Sempione / Piazza Sempione

Sciopero generale, domani a Milano il corteo dei sindacati con delegazioni da tutto il nord

Appuntamento in piazza Castello alle 9. Poi comizio in piazza Sempione

Sindacati in piazza a Milano. Domani, giovedì 16 dicembre, giorno dello sciopero generale di tutti i lavoratori, sotto la Madonnina è prevista la manifestazione di Cgil e Uil, che hanno proclamato l'agitazione contro la manovra del governo Draghi. 

A Milano, hanno fatto sapere le due sigle in una nota, "il concentramento è in Piazza Castello alle ore 9" e "al corteo confluiscono le delegazioni di Lombardia, Piemonte, Liguria, Trento e Bolzano, Valle d'Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia". Il serpentone si snoderà tra via Gadio, viale Alemagna e via Pagano e sono attese circa ottomila persone. 

La giornata - che sarà caratterizzata da potenziali disagi per i mezzi Atm - terminerà invece con "un comizio in Piazza Sempione, all'Arco della Pace". Sul palco sono attesi, tra gli altri, "Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil e Ivana Veronese, segretaria confederale Uil".

I motivi dello sciopero e il caso Cisl

A proclamare l'agitazione sono stati Cgil e Uil per sottolineare che "la legge di bilancio e i provvedimenti messi in campo non danno risposte sufficienti" e che "vogliamo dei cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale".

La protesta - hanno fatto sapere in una nota - serve per "contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne", per richiedere un "intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e per maggiore redistribuzione e progressività", per "una seria lotta all’evasione fiscale", per ottenere "una riforma delle pensioni che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, prevedendo la pensione di garanzia per i giovani e la valorizzazione del lavoro di cura". 

E ancora: per "la scuola e per un sistema di istruzione di qualità a partire dalla stabilità del lavoro", per avere "nuove politiche industriali per affrontare la transizione ecologica e digitale", per "dare soluzioni alle crisi industriali, contrastando le delocalizzazioni e con un ruolo forte e protagonista dello Stato", "per aumentare le risorse per la sanità e per stabilizzare il personale" e per "ridurre le disuguaglianze a partire dal Mezzogiorno, perché coesione sociale significa non lasciare indietro nessuno". 

Dallo sciopero generale si è invece "staccata" l'altra sigla confederale, la Cisl, che ha rimarcato che "non è lo sciopero la via giusta" e che "bisogna consolidare l’interlocuzione con il governo, senza deporre gli strumenti dell’iniziativa sindacale ma nella consapevolezza che in questa delicata fase della storia nazionale serve coesione, responsabilità e partecipazione sociale".

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