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Sciopero generale lunedì 8 marzo. A Milano metro, autobus, tram e treni a rischio caos

L'agitazione indetta da Cub, Usb e Slai Cobas per il giorno della festa delle donne

Festa delle donne con sciopero. Lunedì 8 marzo, come accade da diversi anni, sarà il giorno dell'agitazione generale dei lavoratori, che quest'anno è stata proclamata dalle sigle Cub, Usb e Slai Cobas. 

Per 24 ore, come si legge sul sito del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, potranno incrociare le braccia i lavoratori di tutte le categorie pubbliche e private. I maggiori disagi rischiano di concentrarsi proprio nel settore dei trasporti. 

I primi a fermarsi saranno i ferrovieri, che potranno astenersi dal lavoro dalle 21 del 7 marzo fino alle 21 del giorno successivo, anche se evidentemente saranno previste fasce di garanzia. Orari ancora da definire invece per il Tpl: lo sciopero che rischia di mettere in crisi metro, autobus e tram Atm a Milano è in vigore per 24 ore ma con "modalità territoriali" ancora da decidere. A rischio anche gli aerei per tutto l'8 marzo e le autostrade dalle 22 del 7 marzo alle 22 dell'8. 

Sciopero generale, mezzi a rischio a Milano: tutti gli orari

Sciopero 8 marzo, i motivi della protesta

A spiegare le ragioni dello sciopero di lunedì 8 marzo è stata la stessa Cub in una nota. L'agitazione servirà a chiedere "tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nell'anno in cui la pandemia ha vertiginosamente aumentato gli infortuni delle donne e mostrato la vulnerabilità di un sistema sanitario il cui taglio dei costi è stato perpetrato negli ultimi anni" e per ottenere "la proroga della moratoria sui licenziamenti", perché "oltre il 70% dei posti di lavoro persi nell'ultimo anno erano occupati da donne". 

E ancora: "Perr la salvaguardia dei diritti nel lavoro agile, per un welfare pubblico e universale che restituisca dignità a tutti e soprattutto alle donne, liberandole dal ricatto della gestione della famiglia, per una pensione dignitosa a 60 anni di età" e "per il diritto al lavoro, a salari e carriere senza discriminazioni". 

Quindi, in conclusione: "Contro le politiche di austerity, contro la forma di controllo classista e familista e contro la precarietà lavorativa e sociale che colpisce soprattutto le donne".

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