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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Siro / Via Fratelli Zoia

Scontri Inter-Napoli, la battaglia tra bombe, fumogeni e bottigliate fuori da San Siro

Si è trattata di un'azione studiata nei minimi particolari. Tutti i dettagli

Una battaglia durate sette minuti. Bombe carta, furgoncini assaltati, calci, pugni e mezze, oltre a bottiglie di vetro che volavano da una parte all'altra della strada. È la guerriglia urbana scattata nella serata di mercoledì 26 dicembre tra via Novara e via Fratelli Zoia, vicino allo stadio Meazza dove poco dopo si sarebbe giocata Inter-Napoli. 

Una battaglia pianificata in ogni dettaglio: il luogo sarebbe stato scelto calibrando le vie di fuga e le tempistiche d'intervento delle forze dell'ordine. In azione sarebbero entrati i "più giovani", insieme agli ultras di Varese e Nizza, mentre i capi della Curva Nord sarebbero rimasti fermi al "Baretto" dietro allo stadio: il tradizionale ritrovo della tifoseria organizzata nerazzurra. 

La "battaglia"

Tutto è iniziato verso le 19.30, quando - stando a quanto ricostruito dalla polizia - quasi cento tifosi interisti, armati e accompagnati dai gemellati di Varese e Nizza, hanno teso un agguato in via Novara ai furgoni dei partenopei che stavano arrivando al Meazza senza scorta. I napoletani, con i loro mezzi circondati, sono usciti dai minivan e hanno "risposto", come mostrano le immagini che riprendono - presumibilmente - gli interisti a sinistra e i "rivali" a destra, proprio tra i furgoncini. 

Ne è nato un violentissimo scontro, al termine del quale è stato investito da un Suv "pirata" Daniele Belardinelli, il capo ultrà dei Blood Honour del Varese che era venuto a Milano proprio per assistere alla gara insieme alla curva Nord.  "Dede" - come lo chiavano gli amici - era stato portato al San Carlo in condizioni disperate ed era morto all'alba di giovedì

Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera in un articolo firmato da Andrea Galli e Cesare Giuzzi, Belardinelli sarebbe stato travolto nel momento dell'irruzione del commando nella doppia corsia di via Novara, in direzione del Meazza.

L'auto, stando alle immagini delle telecamere a circuito chiuso, avrebbe scartato da una corsia all'altra e sarebbe passata con le ruote sopra al corpo di Belardinelli. Alcune testimonianze sostengono che il veicolo, forse un suv scuro, si sarebbe fermato per poi ripartire. Per il momento non c'è ancora traccia del pirata della strada né una versione cristallina e, soprattutto, mancherebbero i numeri per rintracciare l'auto.

Gli arresti e i Daspo

Per gli scontri sono stati arrestati tre tifosi interisti: i 31enni Simone Tira e Francesco Baj, oltre il 21enne Luca Da Ros. Sono tutti accusati di rissa aggravata e lesioni - e sette ultras nerazzurri sono stati sottoposti al Daspo. La polizia sta invece ancora dando la caccia al conducente del Suv che ha investito Belardinelli. 

Solidarietà per Dede

Non è mancata la solidarietà del tifo organizzato per Belardinelli. All'esterno del "Franco Ossola", lo stadio di Varese, è stato appeso uno striscione in memoria di Daniele: "Riposa in pace fratello Dede", hanno scritto i suoi amici della curva. Solidarietà anche a Piacenza dove i tifosi hanno affisso uno striscione con scritto "Dede presente". Non solo: sul sito ufficiale della Curva Nord dell'Inter è stato pubblicato un messaggio con la foto di Daniele: "Ciao Fratello".

Cordoglio anche da parte degli Ultras Milano (la curva dell'Olimpia Basket): "Gli Ultras Milano sono vicini agli amici varesini", si legge sulla pagina Facebook ufficiale del gruppo milanese: "Dede era lo storico capo dei Blood Honour Varese. Molti di noi hanno avuto il privilegio di conoscerlo ed ammirare il suo esempio di stile Ultras, per questo il dolore per la sua scomparsa è ancora più grande. Ci auguriamo che le tante testimonianze d'affetto nei suoi confronti possano esser di qualche conforto specialmente per la moglie ed i figli a cui va il nostro abbraccio più grande".
 

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