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Cronaca

800 senzatetto accolti da Comune per il Piano freddo

"Di queste 500 non avevano mai usufruito del servizio", fa sapere Palazzo Marino

Quasi 800 persone bisognose accolte al coperto. Questi i numeri del Piano freddo del Comune di Milano. 500 di questi senzatetto, fanno sapere da Palazzo Marino, non avevano mai usufruito di questo servizio prima d'ora.

"Erano persone non conosciute nei nostri luoghi di accoglienza e che quest'anno siamo riusciti ad agganciare, per avviare percorsi di autonomia e riscatto sociale - ha spiegato l'assessore al Welfare del Comune, Lamberto Bertolè a margine della presentazione del servizio di cucina mobile di Progetto Arca -. L'obiettivo è salvare vite e portare fuori le persone da condizioni di fragilità verso una piena autonomia".

Il Comune sta pensando di fare un censimento delle persone senza fissa dimora, il cui numero è cresciuto per via della "attrattività della città". "Le persone - ha continuato l'assessore - arrivano qui in cerca di una risposta, perché c'è una rete di accoglienza, poi c'è chi transita dalla città e va via e chi approda all'assistenza ordinaria. C'è il tema delle nuove povertà, con la crisi che stiamo affrontando ci sono nuove persone in una situazione di fragilità. A questo aggiungiamo i 1251 minori stranieri non accompagnati accolti a Milano o nelle strutture di altre regioni, inviati dal Comune di Milano, perché il nostro sistema è saturo. Sono quasi il doppio di qualche anno fa che sono arrivati soli nella nostra città".

Senzatetto morti a Milano

Sempre nell'ambito del Piano Freddo è stato aperto un nuovo centro con 25 posti per l'accoglienza di senza fissa dimora all'interno del Centro socioricreativo culturale di via Santa Monica. Purtroppo, nonostante questo, sono diversi i clochard morti a causa del freddo nel corso degli ultimi mesi. Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio tre persone avevano perso la vita mentre dormivano per strada. E ancora, a dicembre erano morti un sessantenne, un uomo di 40 anni e altre tre persone, di cui il più giovane aveva appena 25 anni. Il 25 novembre, poi, a perdere la vita a soli 27 anni era stato Issaka Coulibay, che aveva giocato come portiere nella St. Ambroeus, la prima squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo. La sua morte era arrivata dopo mesi in cui conduceva un esistenza da 'fantasma', perché non aveva i documenti. 

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