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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

L'azienda di Milano, i rapporti coi boss della 'ndrangheta e i bancari compiacenti

Operazione della Dia. Nel mirino un imprenditore padovano e la sua azienda di Milano

Frequentazioni decisamente al limite. E investimenti di dubbia provenienza, almeno. La Dia, la direzione investigativa antimafia, su disposizione del tribunale di Catanzaro, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili nella disponibilità di un imprenditore di origini calabresi residente da oltre 20 anni in provincia di Padova e attualmente agli arresti domiciliari. I sigilli sono scattati per una società edile con sede a Milano, per alcuni beni mobili e per "posizioni finanziarie per un valore di circa 19mila euro". 

L'uomo, stando a quanto ricostruito dalla Dia, era stato già colpito nell’ambito di una precedente operazione antimafia poiché "ritenuto uomo di fiducia sul territorio padovano dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetista della quale sarebbe stata partecipe e per la quale avrebbe fornito in via continuativa supporto logistico ed economico con investimenti imprenditoriali in provincia di Padova". 

In sostanza, stando all'accusa, l'imprenditore avrebbe più volte ripulito i soldi della cosca. Le indagini della Dda di Catanzaro e Venezia avrebbero infatti "consentito di acclarare elementi relativi ad una pericolosità sociale sia generica che qualificata" e avrebbero "documentato incontri e rapporti con esponenti di spicco delle cosche di ‘ndrangheta, lasciando ipotizzare la costituzione di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e all’autoriciclaggio di denaro". 

Proprio in questo "circolo" - reso possibile da un articolato sistema di fatture false - sarebbero entrati dei funzionari di banca, che avrebbero schermato i pagamenti che venivano emessi per operazioni in realtà inesistenti. 
 

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