La guardia di finanza ha sequestrato un appartamento e tre box di Milano (per un valore complessivo di circa 700mila euro) a un imprenditore finito al centro di un accertamento del tribunale di Milano. La misura è stata eseguita su delega della direzione distrettuale antimafia della procura di Milano nella giornata di martedì 31 gennaio.

A fare scattare gli accertamenti delle fiamme gialle è stata la sproporzione tra il tenore di vita dell'imprenditore e il reddito dichiarato. Secondo quanto emerso dalle indagini l'uomo, definito dai finanzieri come amministratore di una serie di società attive nella fornitura di servizi di manodopera, avrebbe escogitato una costante evasione fiscale. Secondo la ricostruzione degli investigatori le aziende a lui riconducibili, raggiunta una determinata soglia di indebitamento erariale, sarebbero state di volta in volta poste in liquidazione e sostituite con altre cooperative dotate del medesimo personale e con la stessa sede sociale.

Durante le indagini sarebbe emerso che le aziende, intestate a dei prestanome, avrebbero omesso di versare le imposte dovute e, inoltre, le risorse sottratte alla tassazione sarebbero state fatte confluire sui conti correnti delle nuove cooperative o su carte prepagate intestate a dei prestanome. Proprio per questo l'imprenditore è stato condannato in via definitiva per trasferimento fraudolento di valori, dichiarazione infedele e omessa dichiarazione, occultamento o distruzione di documenti contabili, appropriazione indebita.