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Cronaca

La cooperativa che non sanificava le ambulanze e sfruttava i lavoratori

Sequestrato il patrimonio aziendale. Ma il servizio non verrà interrotto

La cooperativa riusciva a vincere le gare d'appalto per il trasporto in ambulanza nel centro-nord, talvolta nascondendosi dietro a prestanome, proponendo prezzi talmente bassi da superare il limite dell'antieconomicità. Poteva farlo perché, vinto l'appalto, metteva in servizio molti meno mezzi di quanto garantito e sfruttava i lavoratori costringendoli a prestare servizio anche come volontari.

Il sistema è stato scoperto qualche mese fa, in seguito ad una indagine condotta dalla guardia di finanza di Pavia (diretta dal sostituto procuratore Roberto Valli e coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti) che, a marzo 2021, ha arrestato quattro persone per turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture, ed effettuato varie perquisizioni in diverse regioni italiane.

Ambulanze quasi mai sanificate

Lo scarso numero di mezzi sanitari finiva col compromettere l'efficienza dei soccorsi, con inevitabili disservizi. Tra l'altro la sanificazione dei mezzi non veniva effettuata dopo ogni trasporto: lo si è scoperto con le videoriprese effettuate all'interno di alcune ambulanze: una di queste, in venti giorni e con il trasporto di novantadue pazienti, è stata sanificata solo in quattro occasioni mentre un’altra, in nove giorni di servizio ed ottantasei pazienti trasportati, è stata sanificata un’unica volta.

E non è tutto. Gli stipendi dei dipendenti della cooperativa erano nettamente inferiori ai minimi salariali. I lavoratori facevano così servizio anche come volontari e con turni di oltre dodici ore, mangiando o riposandosi all'interno della cabina sanitaria dell'ambulanza, che avrebbe dovuto rimanere sterile. E in qualche caso effettuavano trasporti diversi, come quello di un motore all'interno dell'ambulanza: con ciò si intuiscono le scarse condizioni igienico sanitarie, per di più in periodo di pandemia covid.

Sequestro di cinque milioni

Dopo l'arresto, il direttore generale della cooperativa ha rimesso il suo incarico nominando persone che, di fatto, si sono rivelate di sua fiducia: anche il nuovo presidente, figura assolutamente imparziale e indipendente dagli indagati, era costantemente affiancato da persone legate a doppio filo con la precedente gestione. La gip di Pavia Maria Cristina Lapi ha dunque disposto il sequestro preventivo dell'intera cooperativa, il cui patrimonio è di circa cinque milioni di euro, nonché il sequestro di circa 200 mila euro in capo ai caporali.

Il servizio non sarà comunque interrotto: il tribunale pavese ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e la continuazione delle attività di soccorso.

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