Uno stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, sarebbe stato sequestrato, giorni fa, in casa sua, per diverse ore, insieme alla moglie, da alcuni malviventi che hanno chiesto tramite lui milioni di euro in cambio di documentazione che, a loro dire, sarebbe stata utile all'ex presidente del Consiglio nel processo sul lodo Mondadori. Lunedì mattina la polizia, a seguito di una serrata indagine, ha eseguito arresti e perquisizioni.
In manette sono finite sei persone, tre italiani e tre albanesi: gli italiani hanno tutti precedenti e si chiamano Francesco Leone, Pierluigi Tranquilli e Alessandro Maier. In particolare Leone, sarebbe stato tradito dalle sua passione per il Milan, e da alcune tracce biologiche.
Secondo la questura di Milano il caso del collaboratore di Berlusconi sarebbe stato un "sequestro lampo a scopo di estorsione, avvenuto nel milanese la notte tra il 15 e il 16 ottobre". I delinquenti, dicendosi in possesso di documentazione in grado di "ribaltare la sentenza civile d'Appello del cosiddetto lodo Mondadori", chiedevano che Berlusconi consegnasse in cambio di essa 35 milioni di euro.
Secondo la ricostruzione del sequestro Spinelli effettuata in questura lunedì mattina, il ragioniere, appena rilasciato dai suoi sequestratori, alle 9 del mattino del 16 ottobre, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di
Silvio Berlusconi. Nessuno, però, ha avvisato la polizia giudiziaria del reato commesso fino al pomeriggio del giorno dopo, il 17 ottobre, quando un legale dell'ex premier ha avvisato la procura. Appena saputo dell'accaduto, gli investigatori si sono recati a Bresso, alla residenza di Giuseppe Spinelli, per un accurato sopralluogo scientifico e hanno prelevato immagini da telecamere e raccolto tabulati di telefonate che, sviluppati, hanno poi permesso di individuare i sei presunti responsabili del reato.
A indagare sull'episodio sono state la sezione di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Milano e la squadra mobile. Decine di poliziotti hanno eseguito in varie città italiane arresti e perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano. I delinquenti volevano usarli come intermediari e proporre a Berlusconi documenti 'scottanti' in cambio di 35 milioni di euro.