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Cronaca

C'è lo sciopero degli avvocati: rimandato il processo sul rapimento della modella inglese

Il caso di Chloe Ayling. L'imputato continua a sostenere che i due fossero d'accordo e che fosse una "trovata pubblicitaria"

Lo sciopero dei penalisti, indetto a livello nazionale dalle Camere Penali per protestare contro il "blocco" sostanziale della riforma penitenziaria, ha - tra le conseguenze - il rinvio della requisitoria a carico di Lucasz Herba, l'uomo accusato del presunto rapimento della modella inglese Chloe Ayling a Milano. 

Sequestro modella inglese: un altro arresto

I penalisti italiani protestano perché i decreti attuativi della riforma penitenziaria non sono stati inseriti nei lavori delle commissioni parlamentari speciali. Il legale di Herba, Katia Kolakowska, ha aderito all'agitazione, che si protrae il 2 e 3 maggio, di qui il necessario rinvio. Ma la Kolakowska, alla ripresa del dibattimento davanti alla Corte d'Assise, presenterà una questione su una presunta errata traduzione di alcuni atti, tra cui la testimonianza della modella durante l'incidente probatorio.

Video: Chloe in lacrime nei luoghi del sequestro

Vi sarebbero infatti discrepanze tra la testimonianza (in inglese) e la traduzione in polacco. Il 23 maggio sarà affrontata la questione della traduzione, l'11 giugno sarà invece il giorno delle requisitorie del pm, della difesa e della parte civile. La vicenda esplose all'inizio di agosto del 2017, quando si seppe del rapimento di Chloe, 20enne inglese attirata in un set cinematografico in via Bianconi e poi tenuta segregata dall'11 al 17 luglio, e nel frattempo usata per ricattare la famiglia e il manager, cui vennero chiesti 300 mila euro in bitcoin con la minaccia di vendere la ragazza a fini sessuali sul dark web.

Non ottenendo quanto sperato, il presunto rapitore - Herba, appunto - decise poi di rilasciare la modella accompagnandola (un po' ingenuamente) presso il consolato britannico di Milano, dove venne fermato. Successivamente venne arrestato anche il fratello Michal, accusato di complicità: sarebbe stato lui ad acquistare in Polonia la vettura con cui la modella venne portata in una baita a Lieme, in provincia di Torino. Poi Michal sarebbe immediatamente tornato in Polonia lasciando soli Lucasz e Chloe. Michal fu catturato nel Regno Unito.

Le indagini, gli arresti e i dubbi

Durante le successive indagini sono emersi alcuni dubbi sulla vicenda. E mentre Chloe ripercorreva con gli inquirenti i luoghi del rapimento, spiegando per filo e per segno quello che le era successo, i due fratelli smentivano la veridicità del rapimento. Prima Michal da un carcere del Regno Unito, in attesa di estradizione, poi lo stesso Lucasz, spiegando che si trattava di una trovata pubblicitaria. In particolare, per esempio, Chloe si sarebbe ammanettata da sola. E la decisione di far terminare la presunta messa in scena sarebbe avvenuta perché i media non si erano interessati al rapimento. Sulle prime aveva invece detto che dietro il sequestro c'era una banda di romeni.

I dubbi sul caso della modella rapita

Effettivamente la vicenda ha presentato, fin da subito, alcuni punti oscuri. Si è già detto dell'esito: come è possibile che un rapitore accompagni la propria vittima, per liberarla, nel consolato di riferimento? Automaticamente sarebbe stato bloccato, come infatti è avvenuto. E il giorno prima della liberazione, una telecamera di sorveglianza inquadrò Lucasz Herba e Chloe Ayling mentre facevano tranquillamente shopping insieme in un negozio di scarpe. Un atteggiamento innaturale nel contesto di un rapimento tra esecutore e vittima.

Ma il legale della giovane inglese smentì i dubbi affermando che si trattava di "una storia strana, ma del tutto vera". E che Chloe era stata sotto costante minaccia, e quindi per esempio costretta anche a fare shopping come se niente fosse.

La lettera di Lucasz: "Ti eliminiamo"

Nel computer di Lucasz Herba fu trovata una lettera che sembra confermare la veridicità del sequestro. Nella missiva, scritta rivolgendosi direttamente alla modella, si legge fra l'altro che Chloe era stata "rilasciata per un atto di generosità enorme da parte del gruppo della Morte Nera". Ma anche che "ogni tipo di disobbedienza" avrebbe comportato "l'eliminazione" della ragazza. 

Ma Lucasz e il fratello aggiunsero che con il rilascio c'era un "avvertimento" per Chloe, che essendo una "giovane madre" non avrebbe "mai dovuto essere rapita". L'avvertimento consisteva nel non parlare male dei rapitori in forza del buon trattamento ricevuto durante il sequestro. Con una sottolineatura: "Sei consapevole del tuo valore sul mercato della schiavitù degli esseri umani". 

Gli inquirenti hanno tracciato il profilo di Lucasz Herba come quello di un "avventuriero mitomane", che con il rapimento di Chloe si sarebbe voluto accreditare nel mondo del dark web.

La discrepanza negli atti

Herba, infatti, ha segnalato, come chiarito dal suo legale, che c’è discrepanza tra alcuni passaggi della testimonianza in inglese della modella e la traduzione in polacco. La questione verrà formalmente posta nell’udienza del prossimo 23 maggio, mentre la discussione delle parti (pm, difesa e parte civile) è stata aggiornata al prossimo 11 giugno, dopo l’adesione alla sciopero (i penalisti si astengono per la mancata riforma dell’ordinamento penitenziario) del difensore, col consenso dell’imputato. Secondo le indagini del pm Paolo Storari, la modella, 20 anni, assistita dall’avvocato Francesco Pesce, venne tenuta segregata tra l’11 e il 17 luglio, prima in un appartamento milanese e poi in una baita isolata in provincia di Torino. Alla fine, venne liberata dallo stesso Lucasz, un «mitomane avventuriero», secondo gli inquirenti, che voleva accreditarsi sul «deep web». Stando all’inchiesta, Lucasz, che avrebbe agito con suo fratello (Michal Herba, arrestato in Gran Bretagna, è ancora in attesa di estradizione), avrebbe anche chiesto al manager e ai familiari della ragazza in un primo tempo 300 mila e poi 50 mila dollari, prima di liberarla.

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