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Cronaca Porta Ticinese / Corso di Porta Ticinese

Camorra a Milano: sequestrato un ristorante in Porta Ticinese

L'operazione della Dia di Napoli: il sequestro ha coinvolto i beni riconducibili alla famiglia Potenza. Tra questi il "Donna Sophia dal 1931"

C'è anche un ristorante nel centro di Milano tra i ventiquattro beni immobili e le sei società sequestrate dal centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli nella mattinata di lunedì 3 aprile 2017, in esecuzione di una attività disposta dalla sezione misure di prevenzione del tribunale partenopeo. I beni sequestrati, riconducibili alla camorra, hanno un valore stimato di oltre venti milioni di euro. 

Il ristorante è il "Donna Sophia dal 1931", in corso di Porta Ticinese 1, presso il Carrobbio e le Colonne di San Lorenzo. Ad essere colpiti sono i beni riconducibili a Bruno, Salvatore e Assunta Potenza. Non è la prima volta che la famiglia viene colpita dall'antimafia: era già successo nel 2011 e in quella occasione venne "pizzicato" il capostipite Mario "'O chiacchierone", titolare di una pensione sociale con otto milioni di euro in contanti a casa, e nel frattempo deceduto. 

Il "Donna Sophia" resta comunque aperto: la sua gestione è stata affidata ad un amministratore giudiziario.

I Potenza hanno reimpiegato in attività economiche, di ristorazione ed immobiliari il denaro guadagnato attraverso il contrabbando di sigarette e l'usura, come certificato da sentenze di condanna diventate definitive. Il sequestro si è esteso a diverse attività di ristorazione (tra cui la nota "Villa delle Ninfe", una sala ricevimenti di Pozzuoli, e diversi ristoranti del lungomare napoletano) oltre a ben sessantasei depositi bancari sia in Italia sia all'estero, in particolare alla Bsi Bank di Lugano. 

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