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Cronaca Città Studi / Via Privata Ettore Paladini

Ramelli, commemorazioni e polemiche. Protesta anche la Cgil

Ventidue consiglieri comunali di centro-sinistra chiedono di vietare le manifestazioni neofasciste in programma per il 29 aprile, giorno della commemorazione di Sergio Ramelli

Come ogni anno, il ricordo di Sergio Ramelli infiamma la politica cittadina. Quest'anno, in particolare, un nutrito gruppo di consiglieri comunali di maggioranza ha scritto una lettera al prefetto e al questore per chiedere di "annullare le manifestazioni neofasciste organizzate per il 29 aprile".

CONSIGLIERI COMUNALI

La lettera è firmata dai due consiglieri della Sinistra per Pisapia (Anita Sonego e Basilio Rizzo), dai tre di Sel (Gibillini, Quartieri, Mazzali), dai due della lista civica Milano X Pisapia (Strada e Scavuzzo), oltre che da alcuni consiglieri del Pd (Comotti, Lazzarini, Bertolè, Gentili, Ghezzi, Rozza, De Censi, Cormio, Monguzzi, Mancuso, Gabbai, D'Amico, Bocci, Stanzani e Barberis). Secondo le agenzie, quindi, mancherebbero all'appello altri consiglieri del Pd (Fanzago, Pantaleo, De Lisi, Stanzani, Biscardini, Buscemi e Barberis) oltre al radicale Cappato e a Grassi dell'Idv: e mancherebbero tutti i consiglieri di opposizione, non solo di centro-destra ma anche di Fli e del Movimento 5 Stelle.

"La nostra Costituzione - scrivono i firmatari - ha come principii fondanti l'uguaglianza e la libertà di tutte e tutti. Non possiamo accettare che sfilino per le nostre strade individui che inneggiano alla superiorità di razza, che esaltano regimi ed esperienze storici di cui l'umanità intera prova e proverà vergogna". E ancora: "La nostra Carta Costituzionale vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Coscienti del dovere, come cittadine/i, ma anche come rappresentanti eletti dai/dalle milanesi, di difendere, attuare e far rispettare la nostra Costituzione. Chiediamo al Prefetto e al Questore di operare per annullare le manifestazioni neofasciste organizzate per il 29 aprile".

CONSIGLIERI PROVINCIALI

Una simile missiva, agli stessi destinatari, è stata scritta il 24 aprile dai capigruppo d'opposizione in provincia: Massimo Gatti (Fds), Matteo Mauri (Pd), Alessandro Sancino (Udc), Pietro Mezzi (Sel), Gabriella Achilli (Lista Penati) e Luca Gandolfi (Idv). "L'ultra destra meneghina, con il benestare della destra istituzionale ampiamente rappresentata in Provincia, ha organizzato diverse manifestazioni che si terranno in città", si legge. "Riteniamo che la città Medaglia d'oro della Resistenza non debba subire l'offesa di manifestazioni di neofascisti e neonazisti", affermano.

LA SALA DELLA PROVINCIA: POLEMICHE

Per il 29 aprile è prevista la proiezione del film "Milano burning", sull'episodio dell'aggressione a Ramelli, presso la sala di via Corridoni, di proprietà della provincia. "E' stata concessa per una iniziativa del gruppo del Pdl", si è giustificato il presidente Podestà. Ma Onorio Rosati, della Cgil, la legge come una provocazione: "E' a 50 metri dalla Camera del Lavoro. Abbiamo chiesto di spostare la proiezione. Faremo un presidio dalle 15 alle 20".

POLEMICHE OGNI ANNO

Da sempre il 29 aprile è, per la destra missina milanese, un giorno di commemorazione a Città Studi. La destra missina ricorda infatti il 29 aprile 1945 (uccisione di Carlo Borsani sr.), la morte di Sergio Ramelli nel 1975 e, l'anno successivo, l'omicidio di Enrico Pedenovi, allora consigliere provinciale, in viale Lombardia. Ogni anno si organizzano cortei e presidi, di solito da piazzale Susa fino a via Palladini e poi verso viale Lombardia, da parte dell'estrema destra, con la partecipazione di militanti di Forza Nuova. Saluti romani e bandiere con la croce celtica sono lo sfondo di queste manifestazioni.

CORONA DEL COMUNE

Quest'anno l'amministrazione comunale depositerà una corona presso il giardino Ramelli di via Bronzino (ore 18) e presso la targa che ricorda Enrico Pedenovi in viale Lombardia (ore 18.30). Così ha comunicato l'ufficio del cerimoniale. Alla deposizione parteciperanno alcuni consiglieri di zona 3, ma (stando alle informazioni raccolte da MilanoToday sabato) non dovrebbe esserci una delegazione ufficiale. Rita Cosenza (consigliera di zona di Fli) ha voluto ribadire che "non si tratta di fascismo o di antifascismo, oggi, ma semplicemente di ricordare la morte violenta di un ragazzo di 18 anni che non era nemmeno conosciuto da coloro che l'hanno ucciso, e che queste cose non dovrebbero mai accadere".

IL FATTO

Ramelli era un 18enne studente medio, militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Msi). Fu vittima di una aggressione con chiavi inglesi il 13 marzo 1975 in via Palladini, zona Città Studi, vicino alla sua abitazione. Ricoverato in ospedale, morirà il 29 aprile alternando momenti di lucidità a giorni di coma.

IL SINDACO ANIASI (PSI) CONDANNO' SUBITO

Il giorno seguente l'aggressione (14 marzo), ben prima quindi della morte di Ramelli, l'allora sindaco Aldo Aniasi (già capo-partigiano durante la Resistenza) affermò rivolto a parte del pubblico che applaudiva all'aggressione: "Nessuno può applaudire ad atti di violenza. L'antifascismo non si fa in questo modo". Dovette poi interrompere i lavori e, alla ripresa, ribadì: "Desidero ribadire ancora una volta che le violenze, le aggressioni, gli atti barbari, commessi contro chiunque, ma in particolare quando sono contro i giovani, sono sempre stati da noi condannati".

LA VERITA' PROCESSUALE

Il processo si tenne nel 1987 con dieci imputati, tutti militanti di Avanguardia Operaia presso la facoltà di Medicina all'epoca dei fatti. Nel frattempo erano tutti medici. Due di loro erano anche diventati consiglieri comunali (uno a Gorgonzola per Dp, uno a Cerignola per il Pci). Fu stabilito che l'aggressione venne effettuata da due di loro, col supporto logistico degli altri. Tutti furono condannati per omicidio preterintenzionale. Su richiesta del Pm, la sentenza d'appello mutò in omicidio volontario con l'attenuante del concorso anomalo (riducendo le pene). La cassazione confermò la sentenza d'appello.

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