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Cronaca Garibaldi / Corso Como

'Ndrangheta: controllavano la sicurezza nelle discoteche, 10 arresti

Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri di Milano nell'ambito di una operazione disposta dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo

Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri di Milano nell'ambito di una operazione disposta dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo. Le ordinanze riguardano altrettanti presunti componenti di un gruppo criminale ritenuto attivo da tempo in Lombardia (riaperto anche il caso di un omicidio degli anni '70).

E' emerso che il gruppo controllava i servizi di sicurezza in alcuni locali milanesi e si era reso responsabile di numerose estorsioni (ecco l'elenco delle discoteche coinvolte).

Le indagini, svolte anche dai militari della Guardia di Finanza, hanno consentito di scoprire l'esistenza di un circuito economico illecito i cui introiti erano stati destinati al sostegno dei vertici dell' organizzazione criminale, già detenuti.

L'inchiesta, spiegano i militari, "ha documentato l'efficace meccanismo di controllo dei servizi di sicurezza di alcune discoteche milanesi, la consolidata procedura di 'recupero crediti', fondata sull'estorsione condotta con il metodo mafioso e il tradizionale canale di approvvigionamento economico derivante dal traffico illecito di sostanze stupefacenti".

Le indagini della Dda avrebbero accertato il controllo "totale" degli uomini della 'ndrangheta sui servizi di security e bodyguard di alcune discoteche milanesi, tra cui il noto locale della movida milanese 'De Sade'. I presunti boss, in particolare, secondo i pm, avrebbero fornito "agli imprenditori servizi di sicurezza attraverso forme di cosiddetta estorsione - protezione, dove il rischio per l'imprenditore deriva dallo stesso soggetto (appartenente alla 'ndrangheta) che fornisce la protezione".

Altro 'servizio' fornito dalle cosche calabresi, sempre secondo l'accusa, era quello del recupero "​crediti derivanti da attività lecite e illecite avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e pertanto con modalità estorsive". L'inchiesta è nata da 'costole' di altre indagini portate avanti negli ultimi anni dalla Dda di Milano sul clan dei Barbaro-Papalia, attivo in particolare nel settore del movimento terra nell'area sud di Milano e in particolare nei comuni di Buccinasco, Corsico e Trezzano sul Naviglio.

'Personaggio' principale dell'inchiesta è Agostino Catanzariti, arrestato per associazione mafiosa "​quale capo e organizzatore, in possesso della dote de 'Il vangelo' (...) con il compito di coordinare l'attività degli altri associati, di tenere i contatti con gli altri sodali detenuti, provvedendo anche al loro sostentamento economico''.

Tra gli arrestati anche Flavio Scarcella che avrebbe chiesto e ottenuto ''l'intervento di Catanzariti Saverio (anche lui finito in carcere, ndr) per mediare con la famiglia mafiosa Flachi ed in particolare con Flachi Enrico, per la gestione della sicurezza all'interno della discoteca 'De Sade'". Custodia cautelare anche per Antonio Papalia che avrebbe avuto ''il ruolo di capo'', sovraintendendo "all'attività di spaccio di stupefacente nel territorio di Corsico - Buccinasco, manifestando il suo ruolo di vertice non maneggiando mai la sostanza stupefacente". Arrestati anche Michele Grillo, Halil Abderrahim, Giuseppe Massari, Giuseppe Mesiti, Natale Trimboli, Antonio Virgara.

Avrebbero fornito una "protezione a tutto campo" ad alcune discoteche milanesi, una "protezione totale" attraverso una "sorta di estorsione-tangente" dal cui pagamento gli imprenditori avrebbero tratto anche "un cospicuo vantaggio". Lo scrive il gip di Milano Franco Cantù Rajnoldi nell'ordinanza emessa su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Paolo Storari.

L'operazione ha visto impegnati oltre centocinquanta tra carabinieri e finanzieri in Lombardia e in Calabria e fa seguito all'esecuzione nel mese di maggio 2013 di altre otto ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico di sostanze stupefacenti.

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