Milano, spacciatore 'tradito' dalla madre: aveva una produzione fai da te di marijuana
L'arresto del Commissariato Città Studi è arrivato dopo una chiamata della donna
Era un figlio violento e terrorizzava la madre. È stato questo atteggiamento il suo passo falso, quello che ha permesso alla polizia di scoprire il suo 'lavoro' da spacciatore e di arrestarlo.
Il pusher violento in famiglia
La storia raccolta da MilanoToday comincia attorno alle 14.30 di lunedì, in una palazzina di quattro piani in via Pietro Calvi, zona Risorgimento a Milano. Il Commissariato viene contattato da una signora anziana che racconta di dover entrare col tecnico della caldaia nel seminterrato della propria abitazione ma considerando l'atteggiamento violento del figlio - che più volte le si era scagliato contro - temeva la sua reazione. Per questo aveva pensato bene di farsi accompagnare dai poliziotti.
L'arrivo della polizia in via Calvi
Sul posto arrivano gli uomini della volante Citta Studi bis, primo turno. Sono loro ad aiutare l'anziana e l'operaio. Entrati nel locale caldaia, nel seminterrato dell'appartamento, dove l'idraulico doveva eseguire la manutenzione, agli agenti non sfugge la presenza di un sacchetto di plastica al cui interno c'è della marijuana.
La marijuana di produzione locale
I poliziotti chiedono subito conto al figlio, un italiano di 33 anni con precedenti, già molto nervoso per la loro presenza in casa. Lui nega e sostiene di non avere altra sostanza stupefacente, cercando di allontanare da lui ogni sospetto. Le sue parole vengono però smentite da lì a poco dalla conseguente perquisizione domiciliare: si trovano altre due bustine con erba, per un peso complessivo di cinquanta grammi.
Non solo. Nel corridoio vengono trovati tre rametti di cannabis di venticinque grammi. Nel balcone di casa c'era una pianta di marijuana da settanta centimetri e alcuni semi di canapa, segno che l'intera produzione avveniva tra le mure private. Per l'uomo non c'è stato più nulla da fare, il suo 'lavoro' illegale era venuto a galla per colpa del suo atteggiamento violento contro la mamma.