Via Padova: spacciatore tunisino arrestato sull'autobus
E' successo a bordo della linea 56 ieri sera. Gli agenti hanno pedinato lo spacciatore appostato all'angolo con via Don Orione e una volta salito sul bus, l'hanno bloccato e ammanettato
Daniele Belleri
04 marzo 2010 19:22
Lo hanno arrestato sull’autobus in mezzo ai passeggeri increduli. Aveva appena finito il suo turno di spaccio. Pensava di tornare a casa come se niente fosse, quando due agenti in borghese si sono avvicinati, lo hanno fermato e gli hanno messo le manette.
Lui è un pregiudicato tunisino di 25 anni. E il tutto è successo ieri sera in zona Cimiano, a bordo della linea 56. Quella che da piazzale Loreto porta al quartiere Adriano. Quella che fino all’una e mezza di notte attraversa tutti i quattro chilometri di via Padova. La stessa su cui lo scorso 13 febbraio era iniziata la lite tra nordafricani e sudamericani che era degenerata nell’omicidio del diciannovenne egiziano Ahmed Abdel Aziz El Sayed e nella guerriglia urbana dei suoi connazionali. La stessa, ancora, cui un giovane scrittore, Giorgio Fontana, ha dedicato un anno fa il suo “Babele 56”.
Via Padova, ore 22. All’angolo con via Don Orione è appostato lo spacciatore. Due poliziotti sono lì vicino, lo osservano mentre vende droga a diversi italiani, poi decidono di intervenire. Ma proprio in quel momento arriva la 56. Il ragazzo sale. Gli agenti riescono a seguirlo. A bordo ci sono le facce stanche della gente che ha lavorato fino a tardi.
L’autobus riparte. Nessuno sospetta niente. Ma passano pochi secondi e i due uomini in borghese scattano verso il venticinquenne. Lui non fa in tempo ad accorgersi di quello che sta succedendo. Si ritrova con i polsi bloccati. Dalle sue tasche saltano fuori venticinque grammi di hashish. I poliziotti e l’arrestato vanno verso la Questura. La 56 riprende a correre lungo via Padova.
Lui è un pregiudicato tunisino di 25 anni. E il tutto è successo ieri sera in zona Cimiano, a bordo della linea 56. Quella che da piazzale Loreto porta al quartiere Adriano. Quella che fino all’una e mezza di notte attraversa tutti i quattro chilometri di via Padova. La stessa su cui lo scorso 13 febbraio era iniziata la lite tra nordafricani e sudamericani che era degenerata nell’omicidio del diciannovenne egiziano Ahmed Abdel Aziz El Sayed e nella guerriglia urbana dei suoi connazionali. La stessa, ancora, cui un giovane scrittore, Giorgio Fontana, ha dedicato un anno fa il suo “Babele 56”.
Via Padova, ore 22. All’angolo con via Don Orione è appostato lo spacciatore. Due poliziotti sono lì vicino, lo osservano mentre vende droga a diversi italiani, poi decidono di intervenire. Ma proprio in quel momento arriva la 56. Il ragazzo sale. Gli agenti riescono a seguirlo. A bordo ci sono le facce stanche della gente che ha lavorato fino a tardi.
L’autobus riparte. Nessuno sospetta niente. Ma passano pochi secondi e i due uomini in borghese scattano verso il venticinquenne. Lui non fa in tempo ad accorgersi di quello che sta succedendo. Si ritrova con i polsi bloccati. Dalle sue tasche saltano fuori venticinque grammi di hashish. I poliziotti e l’arrestato vanno verso la Questura. La 56 riprende a correre lungo via Padova.
Daniele Belleri
04 marzo 2010 19:22
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