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Cronaca Lainate

Il "regno della droga" nei boschi e le pubblicità ai clienti con "latte e caffè buoni"

Tre diversi gruppi di pusher a gestire il traffico di stupefacenti nelle aree boschive di Lainate con centinaia e centinaia di clienti al giorno. L'indagine

Una donna accerchiata e palpeggiata nei boschi da un gruppo di spacciatori armati di pistola. Un episodio terribile che ha portato alla luce - grazie a una meticolosa indagine - una rete di spaccio di droga con decine e decine di persone coinvolte e un giro d'affari da centinaia di migliaia di euro. E proprio da qui, nel 2016, sono iniziate le attività investigative dei carabinieri di Lainate. Sono trentadue le persone - tutti cittadini marocchini, tunisini e italiani - finite in manette lunedì mattina nell'ambito della maxi operazione a cui hanno lavorato i militari dell'arma dei comandi provinciali di Monza e di Milano coordinati dalla direzione distrettuale antimafia.

Ventisei i soggetti in carcere tra Milano, Pavia, Varese, Como, Cremona, Parma, Verbania e Novara - di cui 9 già in cella - e sei i cittadini ora agli arresti domiciliari: tutti dovranno rispondere a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di cocaina, eroina, hashish e marijuana, nonché resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione di auto ed armi ed evasione.

Cani da guardia, armi e "pubblicità" per i clienti

Armati, circondati da una schiera di vedette pronte a segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine e con cani da guardia al seguito. Un vero e proprio "fortino" dello spaccio nel verde dell'hinterland milanese. E proprio su questo "regno" della droga nel 2016 i carabinieri di Lainate hanno iniziato a indagare dopo la denuncia presentata da una donna che si è presentata in caserma dopo essere stata bloccata tra il verde da un gruppo di spacciatori armati di pistola e palpeggiata. Al centro dell'indagine sono finiti tre distinti gruppi criminali attivi in tre aree boschive del comune di Lainate, tra via per Garbagnate, via Lura e via Trattati di Roma. 

Un vero e proprio fortino tra i boschi con "soldati" armati di pistole, fucili, un'ascia e le vedette che si assicuravano che nessuno si avvicinasse ai boschi. E per dare impulso agli affari i pusher si premuravano anche di sponsorizzare la propria attività, inviando messaggi ai clienti affezionati. "Latte (cocaina) e caffè (eroina) buoni. Dalle 10 alle 20". Un negozio di droga che non si fermava quasi mai, nascosto tra i rami e i cespugli delle aree verdi dove ogni giorno - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - erano almeno 250 i clienti che arrivavano qui per cercare una dose.

Hashish, cocaina ed eroina smerciate sulle piazze di spaccio della zona da tre distinti gruppi di pusher che controllavano le aree e che spesso si scontravano anche tra loro per l'egemonia dei territori. E proprio uno dei clienti - come riportato nelle carte dell'inchiesta - ha raccontato di essersi trovato in un'occasione nel bel mezzo di una sparatoria tra i boschi tra spacciatori rivali. 

Almeno 250 clienti ogni giorno

Le ore di maggiore affluenza erano quelle pomeridiane e serali e tra le 12 e le 23 risultavano almeno 250 cessioni di droga, almeno nell'area boschiva di via Per Garbagnate. Sessanta euro per un grammo di cocaina, tre euro un grammo di hahsish, 20 euro per l'eroina: questo il tariffario delle bande di pusher che in tarda serata, a giornata ultimata, spegnevano i telefoni cellulari e raggiungevano le loro abitazioni alcune delle quali situate a Milano e a Corsico. E proprio qui nell'ambito dell'indagine e durante le perquisizioni nel blitz di lunedì mattina sono stati trovati 240mila euro in contanti e trenta grammi di droga, di cui venti di cocaina.

Oltre ai 32 arresti nell'ambito dell'indagine figurano anche sessanta indagati di cui alcuni residenti anche in Brianza. A vendere droga tra i boschi di Lainate ci sarebbe stato anche un minorenne, un ragazzino di 17 anni coinvolto nell'inchiesta. La piramide del comando vedeva al vertice i capi dei singoli gruppi che si occupavano di approvvigionamento della sostanza stupefacente e delle attività di supervisione nella vendita della sostanza, un gradino più in basso invece era occupato dai sottoposti che si occupavano di lavorare, confezionare e cedere le dosi di droga. Infine la schiera di vedette, cittadini italiani che avevano il compito di controllare il perimetro del "regno" verificando che non ci fossero visite a sorpresa delle forze dell'ordine. 

Dai grossisti la sostanza stupefacente viaggiava a bordo di auto rubate, arrivando infine nei boschi dello spaccio. In un'occasione per un trasporto di droga era stata utilizzata una vettura da cui era stato ricavato un vano nel contachilometri, trasformato in un nascondiglio per un chilo e mezzo di cocaina. Trenta i chili di droga complessivamente sequestrati nell'ambito dell'indagine che è durata complessivamente cinque anni. 

Foto - Armi e droga della banda

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