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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I corrieri, la 'banca' e i bagagli pieni di soldi: il maxi giro da 200 milioni di droga e soldi

Dieci persone arrestate dai carabinieri, che hanno svelato un maxi giro di droga - e soldi - tra l'Italia, il Marocco e Hong Kong

Per mettere in moto tutto bastava un messaggio. Una semplice notifica dal Marocco a Tavullia, nel Pesarese, per far partire il giro. Un giro fatto di stupefacenti - tanti -, soldi - tantissimi -, intermediari, broker, "semplici" passeggeri di aerei, cambisti e, inevitabilmente, trafficanti di droga. Dieci persone sono state arrestate nelle scorse ore dai carabinieri in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Milano perché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di traffico di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e ricettazione. 

In manette sono finiti otto italiani - due brindisini con un curriculum da spacciatori di tutto rispetto più altri che si occupavano di logistica e consegne -, un albanese - che era il riferimento del gruppo soprattutto per la marijuana - e un marocchino, formalmente residente a Tavullia ma già in carcere a Pesaro dopo essere rimasto coinvolto in un'indagine della Dda di Palermo su un'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. 

A incastrare i dieci sono stati i militari della terza sezione del nucleo investigativo di Milano, che a novembre 2017 hanno cominciato a monitorare i trafficanti. Seguendo il flusso dei soldi, gli investigatori sono arrivati alla figura del marocchino, il "cash courier" della banda. Stando a quanto accertato, infatti, l'uomo veniva inviato dai suoi "riferimenti" in Marocco a raccogliere soldi in contanti in giro per l'Italia da persone mai incontrate prima e a lui assolutamente sconosciute. 

Incassato il denaro - mai meno di 100mila euro cash -, il viaggio proseguiva alla volta di Roma, verso un negozio di vendita abbigliamento all'ingrosso di una famiglia cinese nel quartiere Esquilino. Quel locale, gestito da due fratelli, hanno ricostruito i carabinieri dell'antidroga, era una sorta di "banca illegale" di riferimento per ripulire i soldi. Il denaro, infatti, veniva affidato ad altri cittadini cinesi, dei corrieri, che partivano alla volta di Honk Kong con bagagli totalmente pieni di soldi, a volte anche oltre il milione di euro, con una frequenza di tre voli a settimana. 

E i due imprenditori orientali - al momento non colpiti dall'ordinanza perché il Gip di Milano si è dichiarato non competente territorialmente - avevano escogitato anche il modo per superare i controlli in aeroporto, quasi sempre quello di Fiumicino. Le procedure operative del gruppo erano consolidate: al check in, una volta ottenuta la carta d’imbarco e registrato il bagaglio, con la scusa di dichiarare dei valori al “tax refund” i fratelli si riappropriavano delle valigie e attendevano l’ingresso del corriere alle zone d’imbarco. Dopo che il passeggero aveva superato i controlli - con il bagaglio intanto imballato al safe bag -, la valigia veniva quindi lasciata proprio da uno dei fratelli al banco check-in pochi minuti prima della chiusura, così da ridurre al minimo il rischio di controlli. 

Con l'atterraggio del volo a Honk Kong il grosso era ormai fatto. Sfruttando anche la legislazione molto più "libera" - in un caso un corriere con un milione in contante è stato multato di 500 euro -, il gruppo prendeva il denaro, ormai pulito, e lo faceva arrivare tranquillamente in Marocco attraverso regolari bonifici. Lì, i soldi venivano poi investiti in un'azienda di abbigliamento, gestita da cinesi, o utilizzati per comprare altra droga. 

Per avere la certezza che i soldi fossero riciclati, e che parte del denaro fosse utilizzata per il traffico di droga, i militari hanno effettuato alcuni riscontri durante l'indagine, fermando chi aveva consegnato i soldi al "cash courier". Gli investigatori hanno così messo le mani su 721 chili di droga tra cocaina, Mdma, hashish e marijuana - in codice "menù carne" per il fumo e "menù vegetariano" per l'erba - oltre che su quasi 3 milioni e 800mila euro pronti a partire dall'Italia verso Honk Kong. Nei due anni di indagine, invece, di cash ne sarebbe "sparito" molto di più: almeno 200 milioni.  
 

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