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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Servizi a domicilio: aumentano a Milano gli sportelli territoriali

Ne verrà garantito almeno uno per Municipio

Gli spazi WeMi, i presidi sociali presso cui chiedere servizi domiciliari, salgono da 11 a 16 nel 2020. Ne verrà garantito almeno uno per ogni Municipio. La decisione dell'amministrazione è di potenziare il sistema di presidi sociali sul territorio e migliorare l'integrazione dell'offerta pubblica e privata, promuovendo la condivisione dei servizi, con lo strumento della co-progettazione aperto alle associazioni interessate. A disposizione 649 mila euro per una sperimentazione di 10 mesi che scatterà a marzo 2020.
 
Secondo quanto emerge dai dati raccolti e analizzati per il piano del Welfare 2018-2020, gli over 65 a Milano rappresentano il 24,4% della popolazione. Di questi, il 3,5% ha più di 85 anni. I minorenni in città sono invece il 16,9% e sono destinati a scendere al 13,6% nel 2030 a fronte della sostanziale stabilità nella quota di anziani residenti.

Gli over 65 non autosufficienti sono oggi circa 50 mila, pari al 15% della popolazione e, di questi, solo il 25% è in carico ai servizi sociali. Il resto si appoggia alla rete familiare o si rivolge al mercato della cura informale (le stime dicono che a Milano lavorano tra le 32 mila e le 40 mila assistenti familiari, in modo regolare e non). Se si considera che più del 50% della popolazione è costituita da persone sole o famiglie mono genitoriali, emerge la necessità di politiche sociali che riescano a ingaggiare e a dare risposte non solo alle fasce più deboli della popolazione, ma anche alle fasce medie, considerando che la solitudine e l’indebolimento delle relazioni tra persone impongono un sistema di welfare sempre più attivo. 
 
«Il sistema WeMi - dichiara l’assessore alle politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - nasce per creare un’innovativa integrazione dei servizi pubblici e privati di welfare, offrendo ai cittadini presidi sul territorio dove reperire informazioni ed essere guidati nell’iter dell’attivazione delle prestazioni. Vogliamo rafforzare una rete che dal 2017 ha accolto e coinvolto nelle sue attività circa 20 mila persone».
 

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