Prevenzione e repressione insieme. E' questo il successo di quest'operazione della polizia che ha portato all'arresto di uno stalker egiziano di 36 anni. L'uomo non si era rassegnato alla fine di una relazione con una donna italiana di una quindicina di anni più grande. La storia, durata dal 2010 al 2014, apparentemente si era chiusa bene ma dal 2018, quando la donna aveva iniziato un'altra relazione, il suo ex ha cominciato un'assillante attività di stalking.

Le sue minacce sono le più variegate: "Questo qua fa una brutta fine, lo lascio come uno straccio". "Ho pagato due persone, le danno due colpi in testa e io salgo su un aereo", scriveva alla donna a proposito del nuovo compagno. Ma l'uomo diceva anche di volersi uccidere o di ammazzare lei.

A settembre arriva la prima denuncia della vittima. Gli agenti della questura di Milano chiedono l'ammonimento al questore perché l'uomo stava rendendo la vita della povera un inferno. Si faceva trovare sotto casa sempre, costringendola ad andare a dormire da amica per evitarlo. Storie confermate dai vicini di casa, dalle amiche, dalle mail e dai messaggi dello stalker. 

Il primo ottobre viene ammonito ufficialmente, lui sembra remissivo con gli agenti, che nel frattempo lo sottopongono al protocollo Zeus - incontri ad hoc per aiutare gli stalker a 'guarire' - e sembra aver capito apparente. Salvo poi continuare con le minacce di morte contro la donna, libera professionista.

La nuova denuncia della vittima, e le indagine correlate, portano gli agenti dall’Ufficio stalking, maltrattamenti e minori della Divisione anticrimine ad arrestarlo. Per lui, titolare di una ditta di pulizia e finora senza precedenti penali, si aprono così le porte del carcere. Per la donna torna l'agognata libertà.