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Cronaca

Morte di Stefano Marinoni, l'autopsia non chiarisce i dubbi: si indaga per omicidio

Mercoledì il pm ha aperto un fascicolo a 'modello 44', a carico di persone ignote per omicidio

L'autopsia sul cadavere di Stefano Marinoni è stata eseguita nel pomeriggio di martedì, quattro giorni dopo il ritrovo del corpo senza vita dell'elettricista di Baranzate.

L'esame autoptico doveva servire a dissipare i dubbi finora emersi sulle cause della morte del giovane ma, a quanto pare, è terminato senza fornire risultati determinanti in merito al decesso: né verso il suicidio, primissima ipotesi dei militari che hanno rinvenuto il 22enne sotto il traliccio in un campo tra Rho e Arese, né verso l'omicidio, pista mai messa da parte dagli investigatori sopratutto per l'assenza di quelle che vengono definite come le 'classiche' ferite di chi precipita dall'alto. 

Una situazione di 'stallo' che ha portato il pm della Procura di Milano, Mauro Clerici, a predere una decisione che va tutta in un senso: mercoledì 17 luglio, il pm è passato da un fascicolo a 'modello 45', senza ipotesi di reato né indagati, aperto il 6 luglio, a un fascicolo a 'modello 44', a carico di persone ignote per omicidio.

La scomparsa e la morte di Stefano Marinoni

Giovedì 4 luglio, prima di cena, Stefano Marinoni era uscito da casa con la sua Smart Bianca. Aveva detto alla madre di essere diretto a Novate per incontrare tre amici - da cui però non è mai arrivato - e che sarebbe ritornato in 20 minuti. Aveva lasciato il portafogli a casa, probabilmente per dimenticanza. Il suo cellulare risultava spento da quella sera. E quella sera stessa erano cominciati gli appelli sui social per ritrovarlo.

Stefano Marinoni morto-2

Stefano viveva con la famiglia, genitori e due sorelle, in via Nazario Sauro a Baranzate. Aveva studiato a Milano, poi aveva cominciato a fare l'elettricista in una ditta del suo paese. Lavorava da luglio in un'impresa di Caronno Pertusella e la sua vita era apparentemente tra le più normali per un ragazzo della sua età: non era fidanzato ma aveva una vita sociale attiva e sopratutto non sembra avesse screzi né questioni sospese con qualcuno.

Dopo vari giorni di ricerche il suo cadavere è stato trovato attorno al mezzogiorno di venerdì 12 luglio. Il traliccio sotto il quale è stato rinvenuto è in un campo raggiungibile da via don Enrico Cantù, dov'era parcheggiata la Smart al cui interno i carabinieri hanno trovato il telefono del ragazzo. Non aveva segni di violenze evidenti, ma il corpo, che era in uno stato d'iniziale decomposizione, presentava una frattura allo sterno compatibile con un colpo: magari con un corpo contundente come una pietra.

Le indagini per chiarire se sia un omicidio o un suicidio

Dopo il primo step, adesso verranno effettuati ulteriori accertamenti clinici ed analisi sul corpo di Stefano. I risultati arriveranno nei prossimi giorni e nel frattempo gli uomini del Nucleo Investigativo proseguiranno con le indagini tradizionali: sentire potenziali testimoni, parenti e amici, vedere filmati di telecamere, rileggere i tabulati telefonici, tutto quanto necessario per cercare di cogliere un segnale che indichi la strada giusta.

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