Gli studenti delle scuole civiche contestano la Moratti attrice al Dal Verme
Per una sera Letizia Moratti, sindaco di Milano, è diventata attrice. Al teatro Dal Verme appena iniziata la sua rappresentazione, il primo cittadino è stato contestato dagli studenti delle scuole civiche, che rivendicavano con grida e slogan il loro diritto allo studio
All’interno della rassegna Mito, che si tiene a Milano in questi giorni, il sindaco Moratti si è presentata ieri sera al teatro Dal Verme in veste di attrice, per partecipare alla recita del Lincoln Portrait di Aaron Copland.
Appena il primo cittadino ha cominciato a recitare un gruppo di quattro ragazzi delle scuola civiche, con biglietto di ingresso regolarmente pagato, si sono alzati in piedi e hanno cominciato a gridare in direzione del sindaco: “Perché non ci fai studiare? Perché non ci rispondi?” hanno detto i giovani.
Il tumulto è durato qualche minuto, ma la protesta degli studenti ha raccolto qualche sparuto applauso sia tra il pubblico che tra alcuni dei membri dell’orchestra di accompagnamento del sindaco. Una volta allontanati i giovani, l’esibizione è ripresa normalmente.
Il sindaco si è detta dispiaciuta dell’inconveniente: “Un peccato, era un pezzo molto bello” e si è anche scusata con il direttore d’orchestra che la accompagnava dicendo “è la democrazia”.
Appena il primo cittadino ha cominciato a recitare un gruppo di quattro ragazzi delle scuola civiche, con biglietto di ingresso regolarmente pagato, si sono alzati in piedi e hanno cominciato a gridare in direzione del sindaco: “Perché non ci fai studiare? Perché non ci rispondi?” hanno detto i giovani.
Il tumulto è durato qualche minuto, ma la protesta degli studenti ha raccolto qualche sparuto applauso sia tra il pubblico che tra alcuni dei membri dell’orchestra di accompagnamento del sindaco. Una volta allontanati i giovani, l’esibizione è ripresa normalmente.
Il sindaco si è detta dispiaciuta dell’inconveniente: “Un peccato, era un pezzo molto bello” e si è anche scusata con il direttore d’orchestra che la accompagnava dicendo “è la democrazia”.