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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il fatto

Ragazza violentata dopo la discoteca: arrestati due calciatori, tra loro il figlio di Lucarelli

Lo stupro a marzo scorso dopo una notte in discoteca. Due calciatori ai domiciliari

L’avrebbero portata in un’abitazione in centro a Milano dopo una notte in discoteca. Lì, stando alle indagini, avrebbero abusato di lei, violentandola in branco. Due ragazzi di 22 e 23 anni sono stati arrestati venerdì mattina dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale di gruppo perché accusati di aver stuprato una studentessa americana lo scorso marzo. Uno di loro è Mattia Lucarelli, difensore del Livorno, squadra che milita in serie D, e figlio dell’ex bomber proprio del Livorno ed ex allenatore della Ternana, Cristiano Lucarelli. Il secondo ragazzo arrestato, invece, è Federico Apolloni, anche lui giocatore della formazione toscana.

Stando a quanto ricostruito dalla squadra mobile, coordinata da Marco Calì, i due giovani e tre amici - al momento indagati - avrebbero incontrato la vittima al "Gattopardo" e a fine serata le avrebbero offerto un passaggio a casa. A quel punto, però, l’avrebbero portata in un appartamento in centro, sembrerebbe di un'amica di Lucarelli, dove si sarebbe consumata la violenza, con tanto di video girati dai tre amici dei due calciatori.

Dopo qualche giorno la stessa vittima - che quella sera era in compagnia di un'amica - aveva contattato la polizia, dando così il via alle indagini. Dopo le perquisizioni e i riscontri delle scorse settimane, il pool fasce deboli della procura - guidato dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo - avrebbero richiesto l'ordinanza di custodia cautelare poi emessa dal Gip, Sara Cipolla. 

Di alcuni momenti della serata - iniziata proprio nel locale in zona Sempione - ci sarebbero anche dei video che investigatori e inquirenti avrebbero sequestrato già in estate sui cellulari dei cinque ragazzi. In alcuni passaggi delle clip sembra sia chiaro il rifiuto della vittima di avere rapporti con i giovani. Nell'ordinanza di custodia cautelare, a proposito delle esigenze cautelari e del rischio di reiterazione del reato che hanno fatto finire ai domiciliari i due calciatori si legge che "emerge dalle intercettazioni ambientali l'incapacità degli indagati di comprendere a pieno la gravità delle loro condotte, convinti della propria innocenza".

Gli elementi finora raccolti nelle indagini "denotano una spiccata pericolosità sociale" dei due, "certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi", rimarca la giudice per le indagini preliminari. Che evidenzia come "assumono valore la facilità con la quale i due hanno approfittato dello stato di alterazione della vittima e del suo stato di bisogno". I due calciatori, sempre secondo la ricostruzione di polizia e pubblico ministero, avrebbero abusato dello "stato di inferiorità psichica" della studentessa americana che quella sera dello scorso marzo aveva bevuto "dei drink" e che aveva "vuoti di memoria, intervallati da flash", come lei stessa ha raccontato ad investigatori ed inquirenti, con la Gip che ha comunque ritenuto la sua versione credibile e attendibile. 

"L'unione sportiva Livorno 1915 prende atto del provvedimento cautelare assunto dalla procura della Repubblica di Milano nei confronti dei tesserati Federico Apolloni e Mattia Lucarelli e, nel rispetto del lavoro degli organi inquirenti, resta in attesa che venga fatta chiarezza sull'episodio auspicando nell'estraneità di Federico e Mattia rispetto agli addebiti contestati", si legge in una nota diffusa dal club amaranto. Gli avvocati dei due calciatori hanno già annunciato che faranno ricorso contro la misura. "È devastato e incredulo e dice che non c'è stata alcuna violenza", ha assicurato l'avvocato Leonardo Cammarata, legale di Mattia Lucarelli. 

"Pensavate che scappassi? E invece eccomi qua a metterci la faccia. Ce l'ho sempre messa per tante cose, figuriamoci per un qualcosa che ho creato io visto che questo ragazzo l'ho educato e cresciuto io, gli ho trasmesso i valori giusti tra cui la tolleranza e il dire no a qualunque forma di violenza specialmente verso le donne", la difesa che nella serata di venerdì papà Cristiano Lucarelli ha affidato a un video condiviso su Instagram. "Se prima ero convinto dell'innocenza di mio figlio, dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più questa idea. Inoltre invito tutti a stare calmi con i commenti perché non si tratta di una sentenza di primo grado, ma solamente di indagini preliminari. Purtroppo tutto ora è finito nel campo del processo mediatico che è quello che ci spaventava maggiormente. Ricordo che si tratta di un argomento sensibile e che si rischia a dare giudizi affrettati". 

"È stato deciso questo - gli arresti domiciliari - in base al fatto che Mattia e l'altro indagato erano intercettati senza saperlo e durante una chiamata parlavano di una ingiustizia, di uno scherzo e che non credevano a quello che stavano leggendo. Quindi secondo chi ha ascoltato la conversazione, non si evince l'ammissione di consapevolezza. Della serie: io non ho commesso il fatto, mi sento tranquillo e te che ascolti evinci questa cosa e mi costringi a un provvedimento domiciliare perché non senti nelle mie parole un pentimento", ha proseguito l'ex bomber, tra le altre, di Livorno, Lecce, Atalanta e Valencia. "Perché se io non ho commesso il fatto durante la chiamata dovrei sentirmi colpevole? Questa è una riflessione che bisogna fare perché queste cose si sono sempre sentite alla tv ma quando ci sei dentro capisci tante cose", ha concluso

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