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Cronaca

60 Suv 'truccati' con documenti falsi: maxi giro d'affari nel Milanese

A scoprirlo, attraverso l'operazione Monster Truck, la polizia locale di Milano

Fuoristrada modificati illegalmente con luci potenziate (e abbaglianti per gli altri automobilisti), 'bull bar' e verricelli come quelli che in Australia e Stati Uniti servono a evitare danni dovuti all'impatto con grossi animali (e che in Italia in caso di incidente potrebbero essere pericolosissimi per le persone). Tutti in circolazione con documenti falsificati. È quanto ha scoperto la polizia locale di Milano.

Con l'operazione battezzata 'Monster truck' il comando di via Beccaria ha smantellato un giro d'affari da centinaia di migliaia di euro, il cui cuore pulsante era un'agenzia di pratiche automobilistiche con sede nell'hinterland nord di Milano. Dopo una lunga e complessa indagine 38 persone sono state denunciate e 61 Suv, che costituivano un concreto pericolo per la sicurezza degli altri automobilisti, sono stati ritirati dalla circolazione.

L'inchiesta - coordinata dalla locale Procura, e condotta dal comandante Marco Ciacci e dal commissario della Radiomobile Flavio Rosa - è partita dopo una segnalazione della motorizzazione civile su un'anomalia nella carta di circolazione di un fuoristrada. Da lì gli investigatori hanno seguito un 'filo d'Arianna' che li ha condotti prima nell'agenzia di pratiche del Milanese e poi nel mondo del web dove hanno trovato un labirinto di procacciatori e intermediari che intercettavano conducenti di fuoristrada interessati alle modifiche illegali, per poi indirizzarli verso officine compiacenti e infine avviare le pratiche per creare i documenti falsi.

Maxi giro d'affari

Con il supporto di questa rete di mediatori, il titolare dell'agenzia di pratiche automobilistiche, un 50enne, metteva in atto una vera e propria truffa ai danni della motorizzazione civile (che non incassava il dovuto per i collaudi e la registrazione delle modifiche): i documenti infatti venivano falsificati,  affinché suv e fuoristrada - con pezzi non omologati (che non sarebbero mai passati a un regolare controllo) - potessero circolare senza problemi. Il maxi giro d'affari provvedeva a modificare suv e fuoristrada in tutt'Italia e poi svolgere le pratiche per aggirare la motorizzazione (con costi fino a dieci volte rispetto a quelli chiesti per una procedura regolare). 

“Un reato nel reato – ha spiegato l’assessore alla sicurezza Marco Granelli –. Le parti prima venivano modificate in modo del tutto illegale e fuori da ogni norma del codice della strada e poi, grazie al documento falsificato, risultavano ‘omologate’. Con grave rischio per la sicurezza: parliamo infatti di pneumatici fuori misura, ganci pericolosi, paraurti sovradimensionati, pezzi che rendevano il veicolo potenzialmente pericoloso e di fatto privo di copertura assicurativa”.

Per creare un falso della carta di circolazione, il titolare dell'agenzia apriva una pratica di duplicato ‘per deterioramento-dati illeggibili’. A quel punto, poi, grazie a una ‘mascherina’ che riproduceva gli stessi caratteri e l’identico posizionamento delle informazioni, veniva stampato il nuovo certificato ‘falso’, con le caratteristiche non omologate richieste dal cliente. Di fatto i dati registrati alla motorizzazione civile rimanevano invariati, quindi in regola; la copia del libretto conteneva invece tutte le nuove parti del veicolo, così da eludere eventuali controlli stradali.

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