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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ma è vero che il taser è diventato incostituzionale?

Equivoco di fondo dopo la sentenza della corte costituzionale sul dissuasore "a contatto" per la polizia locale: non è il taser

Il taser è diventato incostituzionale o no? E per chi, e perché? C'è dibattito dopo la sentenza della Corte costituzionale (la n. 126/2022) contro la legge di Regione Lombardia che ha introdotto strumenti di dissuasione per le polizie locali (i vigili). Qualcuno s'affretta a specificare che, in realtà, i taser sono "esclusi" dal ragionamento dei giudici costituzionali, qualcun altro no. Proviamo a chiarire l'equivoco, avvertendo fin da subito che si ragiona sul filo dell'interpretazione.

Partiamo dal fatto che, sebbene "taser" sia una parola ormai comune per definire le armi da shock elettrico, esistono due strumenti sostanzialmente diversi nel funzionamento. Da una parte il taser vero e proprio, che spara piccoli dardi con una scarica elettrica quando questi raggiungono il bersaglio. Dall'altra lo stungun, che invece scarica l'elettricità soltanto a contatto diretto col bersaglio. La differenza è netta: nel primo caso, colui che ha in mano lo strumento deve 'sparare' a distanza. Nel secondo caso invece deve mettere lo strumento direttamente a contatto col bersaglio.

La Corte costituzionale, valutando che si tratti (vedremo subito che cosa) di un'arma comune, ha affermato che la sua regolazione spetta esclusivamente allo Stato, per competenza, e che quindi una Regione non può disporne l'utilizzo. Nel caso specifico non può autorizzare le polizie locali a dotarsene. Ma dotarsi di che cosa? La Regione (per esempio con l'assessore alla sicurezza Riccardo De Corato) ha subito specificato che la Corte, intervenendo su una specifica frase della legge regionale, si riferisce esclusivamente agli stungun, quelli "a contatto", lasciando fuori dal suo giudizio i taser, a distanza.

De Corato fa una precisazione rilevante: la sperimentazione sui taser alla polizia locale è stata avviata dopo una conferenza Stato-Regioni, come prevede il decreto legge 113/2018. Quindi l'incostituzionalità sarebbe superata e la sperimentazione potrebbe andare avanti. Ma la questione sembra più sottile. Perché, leggendo la sentenza della Corte costituzionale, si evince che il decreto legge (nazionale) 113/2018 ha equiparato tutte le armi elettriche tra loro, quindi non avrebbe senso per una Regione fare una distinzione; ed anche che, per avviare la sperimentazione, si sarebbe dovuto attendere un via libera del ministero dell'interno.

D'altra parte proprio dal ministero (e per l'esattezza dal sottosegretario leghista Nicola Molteni) arriva un'interpretazione del tutto equiparata a quella di De Corato: secondo Molteni, la Consulta si è riferita esclusivamente allo strumento a contatto (quindi allo stungun), mentre la sperimentazione sui taser può andare avanti in forza del decreto Salvini sulla sicurezza. La diatriba certamente non finirà qui.

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