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Cronaca

Malpensa-Milano, tassista cerca di truffare viaggiatrice: 118 euro invece che la tariffa fissa

Il regolamento parla chiaro, ma l'uomo ha provato a esigere 118 euro anziché 95: "Se sapevo la zona di destinazione, non vi portavo". Ma rifiutare le corse è vietato

Prima la difficoltà a trovare un taxi disposto ad accompagnare a Milano quattro persone. E a far pagare con la carta di credito. Poi, quando finalmente i passeggeri sono arrivati a destinazione, le discussioni sulla tariffa da applicare e le polemiche sulla mancata convenienza della corsa per il tassista.

E' successo a quattro milanesi di ritorno da una vacanza all'estero. Venerdì 23 agosto, di prima mattina, sono atterrati a Malpensa e intorno alle otto, ritirati i bagagli, si sono diretti all'esterno per trovare un taxi che li portasse in città. Esattamente come avevano fatto all'andata, essendo in quattro con le rispettive valigie, hanno cercato un'auto grande e chiesto di pagare con la carta di credito o il bancomat.

E fuori dagli arrivi internazionali le prime difficoltà: i tassisti fermi, parecchi, hanno più o meno tutti nicchiato, indirizzando i viaggiatori verso le auto dei radio taxi. E così hanno fatto: hanno cercato e cercato, trovando finalmente un autista disponibile a portarli a Milano.

La discussione sul prezzo a tassametro

All'arrivo, in zona Città Studi, il tassista ha iniziato una discussione sul prezzo, che come è noto da Malpensa a Milano è a tariffa fissa (95 euro). L'uomo aveva infatti acceso comunque il tassametro, che a quel punto segnava 118 euro, e ha ventilato che, se lo avesse fermato la guardia di finanza, non avrebbe saputo giustificare la differenza. I passeggeri, però, non sprovveduti, gli hanno ribattuto con forza che la tariffa dall'aeroporto varesino al capoluogo milanese è fissata e non si può transigere. 

Allora il tassista ha replicato che "il viaggio dovrebbe essere senza bagagli" (il che, ovviamente, è piuttosto strano visto che si parla di persone che provengono da un aeroporto) e che, se avesse saputo in anticipo il quartiere di destinazione, avrebbe rifiutato la corsa.

"All'andata, un altro tassista tra l'altro della stessa compagnia di radio taxi ha sì acceso il tassametro anche lui, ma non ha fatto alcuna discussione, né sulla zona, né ovviamente sui bagagli, né tantomeno sul costo della corsa", riferisce a MilanoToday una delle persone protagoniste dell'episodio. 

Cosa dice il regolamento

Le "scuse" accampate dal tassista sembrano in effetti piuttosto pretestuose. Il regolamento tariffario del Comune di Milano e del Bacino Aeroportuale (che comprende Malpensa, Linate e Orio al Serio) è chiarissimo: "Malpensa - Milano (qualunque via della città) o viceversa, 95 euro". Qualunque via della città. Si tratta di tariffe ampiamente concordate con i sindacati dei tassisti, che vanno anche a tutela degli operatori. E nelle regole è scritto in modo chiarissimo che "nessun supplemento è dovuto": non per i bagagli, non per l'auto più grande, non per portare quattro persone.

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Ancora, è fin troppo chiara la frase "indipendentemente da quanto indicato dal tassametro". C'è solo una deroga: se vengono effettuate soste o fermate intermedie o se il cliente chiede una variazione di percorso, il tassista è "autorizzato" (non obbligato) a "esigere il pagamento a tassametro", ragione per cui l'apparecchio viene comunque acceso. Ma nel caso dei lettori, con un'unica destinazione finale senza variazioni di percorso, non c'era ragione per non applicare la tariffa fissa di 95 euro, esattamente come è loro successo all'andata. La prontezza dei quattro passeggeri ha fatto sì che potessero ribattere a ragion veduta, rifiutandosi di pagare più di 95 euro, ma qualcun altro magari avrebbe "ceduto". 

Di recente era emerso, invece, il caso di un tassista che, sempre da Malpensa, aveva rifiutato una corsa verso Varese (tariffa fissa in questo caso di 70 euro), giudicandola evidentemente poco conveniente; e non è la prima volta che accade. Ma rifiutare una corsa è vietato e può comportare la sospensione della licenza da 30 a 90 giorni.

Taxiblu: «Comportamento scorretto, da censurare»

Abbiamo chiesto a Emilio Boccalini, presidente della cooperativa Taxiblu, di commentare l'episodio per MilanoToday. Che tiene a ricordare anzitutto come le lamentele in Lombardia siano "ben al di sotto dell'1% sul totale dei viaggi effettuati", a dimostrazione che "la quasi totalità dei tassisti è ben lontana da comportamenti simili". Ma poi aggiunge di non potersi esimere, "come presidente di radiotaxi ma soprattutto come tassista, dal censurare in toto il comportamento scorretto del collega".

"L'unica deroga alla tariffa fissa - spiega - è il cambio di percorso deciso dal cliente o una sosta decisa dal cliente, in tutti gli altri casi, che sono la quasi totalità, la tariffa è di 95 euro. Non ci sono scuse per non applicarla, né di carattere amministrativo organizzativo né tantomeno fiscale". 

Cosa può fare quindi un cliente se si trova di fronte a richieste aggiuntive di denaro o al rifiuto della corsa? "Segnalare sempre alle autorità preposte, comune di appartenenza della licenza taxi oppure regione Lombardia, qualunque comportamento scorretto: la Regione dispone infatti di una commissione disciplinare che è titolata a sanzionare, e lo fa, questi comportamenti", spiega Boccalini: "In alternativa si possono contattare le tre centrali radiotaxi milanesi le quali dispongono anch’esse di una commissione disciplinare e che sono ampiamente in grado di dare indicazioni alla clientela sul da farsi, oltre a sanzionare il collega scorretto".

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