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Cronaca

Isis, così i terroristi preparavano il martirio: "Grida Allah Akbar e poi fatti esplodere"

A casa di Moutaharrik e della moglie, gli inquirenti hanno trovato anche alcune agende e fogli cartacei scritti in lingua araba. Tra questi c'era il "poema bomba"

"Colpisci - è l'esordio del "poema bomba" - dalle tue palme eruttano scintille e sgozza! Ché con il coltello è attesa la gloria. Fai esplodere la tua cintura nelle folle gridando 'Allah Akbar!'. Colpisci come un vulcano e agita chi è infedele, affronta la folla del nemico ringhiando come un fulmine. E gridando 'Allah Akbar' esploditi, o leone".

Nelle carte sequestrate alla coppia di presunti jihadisti erano custoditi anche tre giuramenti di fedeltà destinati "al solo principe dei credenti, Ali Bake Al Baghdadi" e agli altri leader del Califfato. Infine, nella perquisizione condotta a casa di Moutaharrik è stata trovata una tunica che sarebbe appartenuta a Oussama Kachia, un "martire di Allah" espulso dall'Italia nel gennaio 2015 e poi morto in Siria mentre combatteva con le milizie dell'Isis.

A consegnarla al thai boxer, "a guisa di investitura", sarebbe stato stato il padre di Oussama Khachia. Il fratello di quest'ultimo, Abderrhmane Khachia, è stato arrestato nel blitz del 28 aprile mentre si trovava nella sua casa di Brunello, provincia di Varese. La procura di Milano ha chiesto il processo immediato anche per lui e per Wafa Koraici: è la sorella di quel Mohamed Koraici che nel gennaio 2015 lasciò la propria residenza di Bulciago, paesino in provincia di Lecco, e raggiunse la Siria portando con sè la moglie, l'italiana Alice Brugnoli, e i suoi 3 figli di 6, 4 e 2 anni.

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