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Cronaca Cassinetta di Lugagnano

«Il tesserino venatorio? I cacciatori se lo ritirino da sé a Milano»

La decisione drastica del sindaco di Cassinetta (duemila abitanti, 20 cacciatori): altrimenti si sarebbe dovuto impiegare un dipendente del comune, distogliendolo dalle funzioni normali

Il tesserino venatorio viene rilasciato (ogni anno) ai cacciatori dalla Città metropolitana e, prima, dalla provincia. Non sono pochi i comuni che facilitano questa operazione disponendo la distribuzione presso i propri uffici, anche se non si tratta di un servizio obbligatorio. Ed ecco il primo "ribelle", per così dire: Michele Bona, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (eletto il 5 giugno 2016), piccolo paese dell'hinterland di Abbiategrasso, ha deciso che il suo comune non si occuperà della consegna dei tesserini.

Lo ha esplicitato lui stesso in consiglio comunale. In un modo anche piuttosto brusco, secondo quanto viene riferito dal Giorno: «Se i cacciatori hanno tempo per andare in giro a cacciare, possono investire mezza giornata per andare a Milano», avrebbe affermato il primo cittadino di Cassinetta, spiegando anche che il servizio obbligherebbe il municipio a destinare un dipendente a questa mansione per almeno mezza giornata ogni anno.

Il sindaco aveva provato a "venire incontro" alla ventina di cacciatori residenti nel paese (che ha meno di duemila abitanti) con una soluzione che poteva, in effetti, accontentare tutti: il comune sarebbe stato disposto a delegare per suo conto uno dei cacciatori di Cassinetta a ritirare tutti i rinnovi a Milano. Ma questo accordo non è stato raggiunto perché in paese ci sono due associazioni di cacciatori e, sempre secondo quanto spiegato da Bona, con una di queste due non ci sarebbe stato nulla da fare. A quel punto il primo cittadino ha deciso per la soluzione più drastica (e logica): ognuno si ritiri il tesserino per suo conto. Almeno fin quando lo Stato non si deciderà a mandare il documento direttamente a casa del cacciatore.

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