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Cronaca

Scontri Inter-Napoli con un morto: il 25enne Da Ros, ultrà nerazzurro torna libero

Da Ros, ultrà interista, era già stato scarcerato nelle scorse settimane, dopo aver collaborato

Torna libero Luca Da Ros, uno dei sei ultras arrestati nell'inchiesta milanese sugli scontri dello scorso 26 dicembre prima di Inter-Napoli, nei quali ha perso la vita Daniele Belardinelli. Da Ros, ultrà interista, era già stato scarcerato nelle scorse settimane, dopo aver collaborato con i magistrati, e ora il gip Guido Salvini ha revocato anche i domiciliari.

Video: 3 minuti di battaglia

Da Ros, la sua collaborazione con gip e pm gli era prima valsa la scarcerazione. Il suo legale ha però chiesto di non chiamarlo "pentito" e a chi gli chiedeva se il suo assistito avesse timore delle minacce (anche di morte) ricevute in questi giorni per aver accettato di parlare coi magistrati ha replicato di no, che "non c'è da preoccuparsi". Sembra comunque che, anche davanti ai pm, Da Ros abbia confermato il ruolo da leader di Piovella la sera di Santo Stefano, che l'interessato in questi giorni ha sempre smentito ("mi occupo solo della coreografia di curva").

Sei ultras a processo immediato

Il 3 aprile ci sarà l'udienza per il giudizio immediato per sei ultras dell'Inter accusati di avere partecipato agli scontri con tifosi napoletani nel pre-partita Inter-Napoli, in via Novara, il 26 dicembre. Lo ha deciso il gip di Milano Guido Salvini, che ha così accolto la richiesta del pubblico ministero. Non si terrà quindi l'udienza preliminare.

Nella serata del 26 dicembre un centinaio di tifosi dell'Inter (insieme ad alcuni ultras del Varese e del Nizza) attese l'arrivo, in via Novara all'angolo con via Fratelli Zoia, di una "carovana" di pulmini e auto di ultras napoletani. Poi scattò l'assalto con mazze, spranghe e anche qualche coltello. Durante i violentissimi scontri, documentati da diversi video, il varesino Daniele Belardinelli fu investito da (pare) almeno due automobili e gravemente ferito. Gli amici lo portarono al San Carlo dove però morì.

Immediata la reazione della questura milanese, che arrestò nel giro di poche ore tre persone e poi, grazie anche alla collaborazione di uno di loro, il leader della Curva Nord (e dei Boys San) Marco Piovella detto il Rosso, nonché, in seguito, un altro noto capo della curva, Nino Ciccarelli. Il gip Salvini ha accolto la richiesta di giudizio immediato ritenendo che la prova è "evidente".

I sei a processo immediato sono Marco Piovella (accusato di essere anche uno degli organizzatori degli scontri), Nino Ciccarelli, il varesino Alessandro Martinoli e i tre arrestati meno di 24 ore dopo gli scontri: Luca Da Ros (l'unico che ha parlato aiutando gli investigatori a individuare alcuni dei patecipanti agli scontri, attualmente ai domiciliari), Francesco Baj e Simone Tira. 

Successivamente agli interisti, la Digos di Milano ha individuato anche una ventina di napoletani che avevano partecipato agli scontri, tutti ultras, e (nel capoluogo partenopeo) cinque automobili sospettate di essere coinvolte nell'investimento di Belardinelli. Rispetto alla prima ipotesi dell'assalto pensato dagli ultras interisti, si è fatta strada l'idea che vi possa essere stata una specie di "appuntamento" tra opposte tifoserie per scatenare la guerriglia urbana.

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