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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Presi i grossisti della cocaina: sfruttavano le prostitute e investivano i proventi in droga

In manette una intera famiglia di otto persone

Investivano nel traffico di cocaina i proventi dello sfruttamento della prostituzione di alcune ragazze nel Milanese e in Brianza; dopo aver portato la droga in Lombardia, la rivendevano agli spacciatori operando quindi da "grossisti". Arrivare a loro non è stato semplice, perché sono tutti della stessa famiglia (originari di Lezhe in Albania) e quindi con scarsi legami esterni. La squadra mobile di Milano ha indagato su di loro a partire da procedimenti giudiziari risalenti al 2017 e alla fine ha raccolto le prove dell'esistenza di un vero sodalizio criminale.

Il risultato è di otto albanesi arrestati il primo luglio su ordinanza del gip di Monza. Lo stesso giorno sono stati sequestrati un appartamento, due conti correnti e due automobili.

Tutto è iniziato, si diceva, nel mese di aprile del 2017, con la conclusione di procedimenti penali nei tribunali di Monza e Treviso. C'era però "materiale" per proseguire le indagini su Milano, anche perché era proprio nell'hinterland del capoluogo lombardo che il gruppo "presidiava" alcune strade facendovi prostituire sei o sette ragazze, tutte di origine romena. Un'attività che consentiva loro di guadagnare 300 o 400 euro a serata per ciascuna ragazza (a cui non rimaneva pressoché nulla). Denaro reinvestito, come da copione (è l'ennesima ripetizione di uno "schema" collaudato), nel traffico di cocaina.

Grossisti di cocaina

La banda faceva arrivare la polvere bianca a Milano con carichi da una ventina di chili alla volta. Poi la stoccava in garage predisposti a questo scopo e la rivendeva a connazionali spacciatori a "pezzi" da mezzo chilo, un chilo o due chili, a seconda dei casi. Grossisti della droga che contemporaneamente continuavano a controllare le strade della prostituzione, anche per impedire (talvolta con violenza) che bande rivali si "intromettessero" sui "loro" marciapiedi con altre ragazze.

Gli otto sono stati raggiunti e arrestati anche grazie alla collaborazione con la polizia albanese: alcuni erano infatti in patria. 

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