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Cronaca Porta Venezia / Bastioni di Porta Venezia

Trasportavano i profughi come "animali" da Milano verso l'Europa: 25 arresti

Oltre 200 le persone trasportate dalla banda

Lucravano sulle sfortune e sulle necessità dei loro connazionali in fuga da guerre, carestia e povertà. Chiedevano dai duecento ai milletrecento euro per il viaggio che da Milano li avrebbe condotti in un paese del nord Europa, Germania, Norvegia e Svezia perlopiù. Il tutto naturalmente in condizioni indegne e con trattamenti degradanti per qualsiasi essere umano. Tanto più se si considera che molte delle persone 'traghettate' verso il nord erano bambini e donne, già fortemente provati dall'attraversata del mediterraneo.

Questo il quadro emerso dopo un'indagine cominciata a settembre 2013 dalla Squadra mobile di Milano: quella scoperta non è una vera e propria organizzazione ma "una rete criminale orizzontale", come l'ha definita il capo della Mobile, Alessandro Giuliano. Venticinque in tutto le persone per le quali è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Monza per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’indagine nasce dall’arresto a Monza di un brasiliano, scoperto mentre trasportava a bordo di un’autovettura 5 clandestini eritrei diretti in Germania. L’attività investigativa ha permesso di delineare l’esistenza di una rete criminale eritrea, con ramificazioni in madrepatria, in Libia ed in Germania. 

La rete criminale era molto organizzata. C'erano soggetti che, in Sicilia ed in Calabria, avvicinavano i clandestini da inviare a Milano. Ragazzi che ospitavano i "passeggeri" in appartamenti in città (nei quartieri di Porta Venezia, viale Monza e Molise Cavairate, ed in una caso a Monza). C'erano i trasportatori, i passeurs. Infine, c'erano alcuni soggetti operanti in Grecia (Atene) con il compito di fabbricare e spedire a Milano i documenti falsi con cui far partire i clandestini

In tutto sono stati documentati 17 diversi episodi di trasporto di clandestini verso il nord Europa, per un totale di 200 persone. I viaggi avvenivano via terra, treno ma anche in aereo. Ovviamente con tariffe differenti, a seconda della modalità. I pagamenti spesso venivano realizzati dall'Eritrea, attraverso circuiti di money transfert. E veniva stipulato anche un contratto che molto spesso non era rispettato: gli investigatori hanno documentato diversi episodi in cui intere famiglie venivano abbandonate al valico in pieno inverno, magari perché il passeurs aveva "fiutato" un eventuale problema per la sua sicurezza. 

Traffico di cittadini eritrei: le immagini

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