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Le analisi / Ponte Lambro / Via Carlo Parea

Tranquillanti nel sangue di Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi morta di stenti

Si potrebbe aggravare la posizione della madre Alessia

Tracce di benzodiazepine nelle analisi tossicologiche effettuate sul corpo di Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata lasciata da sola a casa, nel quartiere milanese di Ponte Lambro, dalla madre Alessia per sei giorni, a luglio. E' il primo esito delle analisi effettuate nel sangue e nel capello della bambina. La relazione dei medici legali verrà depositata entro la fine del mese di ottobre e sarà esaminata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, titolari dell'inchiesta.

Un flacone di En, comune ansiolitico a base di benzodiazepine, era stato trovato immediatamente vicino alla culla di Diana. La madre aveva negato di avere somministrato il contenuto alla figlia, ma agli investigatori era venuto il sospetto, che le analisi medico-legali parrebbero confermare. La testimonianza dei vicini di casa, che affermavano di non aver sentito pianti da parte della bambina, andava in questa stessa direzione.

L'autopsia, i cui esiti non sono ancora stati depositati, chiarirà con più precisione i quantitativi di benzodiazepine trovati nel corpo di Diana e soprattutto l'eventuale correlazione con il decesso. In ogni caso, la posizione di Alessia quasi certamente si aggraverà, perché gli inquirenti potrebbero ipotizzare una premeditazione del gesto, o almeno la consapevolezza che la piccola Diana avrebbe potuto soffrire o morire, e quindi la madre le avrebbe dato il tranquillante per "sedarla".

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