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Donna trans manganellata dai ghisa, la difesa degli agenti: "Colpi per ammorbidire"

Le parole di Daniele Vincini, segretario del sindacato Sulpl

"Erano colpi per ammorbidire, non per fare male". Daniele Vincini, segretario del sindacato Sulpl, difende così gli agenti della polizia locale di Milano che mercoledì mattina hanno fermato - con un intervento decisamente muscolare - una donna trans di 42 anni in zona Bocconi. 

Stando a quanto ricostruito, tutto era iniziato in zona Parco Trotter, dove la 42enne, con precedenti, avrebbe infastidito alcuni bimbi e passanti fuori da una scuola. La Locale a quel punto l'avrebbe fermata - non senza fatica, dato che continuava a urlare di avere l'Aids -, l'avrebbe caricata in auto e avrebbe cercato di portarla negli uffici di via Custodi. Nel tragitto, però, la transessuale avrebbe continuato a dare in escandescenze costringendo i ghisa a fermarsi. Poi, dopo un tentativo di fuga e dopo aver ferito due agenti a calci, sarebbe stata bloccata come si vede nel video: con lo spray al peperoncino e con quattro colpi di manganello "gratuiti", senza che lei - in quel momento - stesse opponendo resistenza.

Manganellate alla testa e spray: il video del fermo

"Il soggetto che è stato colpito dagli agenti nelle fasi più concitate del fermo ha avuto zero giorni di prognosi e non ha avuto problemi di tipo fisico", ha aggiunto Vincini, che ha parlato a margine di un presidio convocato per i buoni pasto dai dipendenti comunali di fronte a palazzo Marino. 

"Gli unici che hanno riportato lesioni sono gli agenti. Il sangue che si vede nelle riprese era sangue conseguente a una rissa che c'era stata prima delle 8.15, momento in cui sono stati richiesti al Parco Trotter i miei colleghi da un genitore che lamentava il fatto che questo fosse praticamente nudo". Vincini ha poi precisato che gli agenti su strada "fanno tutti i corsi di formazione e hanno utilizzato gli strumenti". Poi - ha ammesso lui stesso - "nella concitazione, sotto l'effetto adrenalinico qualcosa può essere sfuggito. Questo mi preme dirlo perché prognosi zero, chi ha avuto problemi fisici, ma soprattutto per il discorso legato agli infortuni biologici perché questo gridava di essere sieropositivo, sono i miei colleghi che dovranno fare tutte le procedure mediche per vedere se hanno contratto una malattia di questa portata". 

Cosa ha detto Sala sui ghisa

"Il colpo alla testa è uno - ha voluto sottolineare il sindacalista ai cronisti -. Se li guardate bene sono tutti colpi indirizzati solo a prendere l'attenzione" perché "non ci poteva essere contatto fisico". Certo che "era meglio che non ci fossero" ma "il problema vero è che" la vittima "aveva dimostrato di essere accondiscendente al fermo, poi quando i colleghi si sono avvicinati li ha aggrediti sputando loro addosso, sul viso, saliva con sangue". Per Vincini, quindi, "il problema vero è come avvicinarsi in questo tipo di situazione". 

Lui stesso ha poi chiarito che dei quattro agenti "due erano nuovi assunti e due pluridecorati". "Due erano agenti nuovi, due vecchi. Quello che è intervenuto nel modo più plateale è un istruttore tecnico operativo, è quello che ha preso i calci quando è andato per aiutarla. Questi sono pluridecorati, hanno salvato persone da suicidi e infarti. Si sono trovati in questa situazione e - ha concluso Vincini - hanno fatto il possibile. Facile parlare dietro a una scrivania".
 

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