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Cronaca

Trasporto dializzati, «troppi disservizi in Lombardia». La protesta dell'Aned

Organizzata una manifestazione per il 30 giugno. Secondo l'associazione la riforma di fine 2015 (dopo lo scandalo che ha coinvolto l'ex assessore Mantovani) ha peggiorato le cose

Disservizi continui nel sistema di trasporto per i pazienti dializzati in Lombardia. Che sono 7.600, molti dei quali anziani in precarie condizioni di salute. Le nuove regole varate dalla Regione il 29 dicembre 2015, dopo lo scandalo degli appalti che ha coinvolto tra gli altri l'ex assessore al welfare Mario Mantovani, hanno reso complicata la situazione perché, secondo quanto riferisce l'Aned (Associazione nazionale emodializzati), molte associazioni si sono ritirate dal sistema di trasporto peché non ritengono più equa la remunerazione del servizio.

«La normativa che doveva razionalizzare i costi e controllare le prestazioni delle società e associazioni appaltanti, è diventata, invece, fonte quotidiana di gravi disservizi: dilatazione dei tempi di attesa e scarsa professionalità», dichiara Giuseppe Vanacore, presidente di Aned. 

Il trasporto dei dializzati fa parte dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) statuiti dal sistema sanitario nazionale. Cosa che rende ancor più grave il problema. Stiamo comunque parlando di persone fragili, già provate dalla malattia e indebolite ulteriormente dopo la dialisi. Così Aned ha deciso di indire una manifestazione che si terrà alle dieci e mezza di mattina di venerdì 30 giugno davanti alla nuova sede di Regione Lombardia. 

«Non possiamo accettare che la Regione Lombardia, che vanta di avere uno dei sistemi sanitari più efficienti d’Italia, non garantisca il diritto al trasporto dei malati», conclude Mariella Scagliusi per il Comitato Aned Lombardia.

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