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Cronaca

Disabili costretti a tornare in bus. L'associazione: "La colpa non è dei passeggeri"

È successo nella giornata di Pasquetta, i giovani hanno dovuto ripiegare sul bus nonostante l'intervento di polfer e personale Trenitalia

27 ragazzi disabili sono stati costretti a scendere da un treno regionale tra Genova e Milano perché i loro posti erano stati occupati da altri passeggeri che si sono rifiutati di farli sedere. È successo nel tardo pomeriggio di Pasquetta, lunedì 18 aprile, alla stazione di Genova Piazza Principe e la comitiva - nonostante l'intervento del personale di Trenitalia e della polfer - è stata costretta a rientrare nel capoluogo lombardo con un pullman.

L'editoriale: quanto siamo beceri e miseri

Trenitalia ha spiegato che a Savona era stato necessario sostituire il convoglio diretto a Milano a causa di un atto vandalico. L’azienda aveva predisposto bus sostitutivi e un nuovo treno su cui erano stati riservati 27 posti al gruppo di persone con disabilità e ai loro accompagnatori. Una volta arrivato alla stazione di piazza Principe altri turisti hanno preso possesso dei sedili nonostante i cartelli affissi. I ragazzi, quindi, sono stati costretti ad abbandonare il treno e raggiungere la metropoli lombarda con un bus organizzato da Trenitalia.

Il fatto è stato denunciato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dall’assessore ai Trasporti Gianni Berrino. "Quello che è accaduto oggi su un treno diretto da Genova a Milano è vergognoso, un episodio da stigmatizzare. Segna la totale mancanza di rispetto e sensibilità verso le persone disabili. Nonostante siano intervenuti gli operatori di Trenitalia e gli agenti della polfer non c’è stato niente da fare".

"La responsabilità di quanto successo non è di chi non si è alzato, ma di chi non ha garantito il servizio". Questo il commento di Giulia Boniardi, responsabile di Haccade, l'associazione con cui viaggiavano i ragazzi che non sono riusciti a salire sul treno. "Stanno mettendo le persone una contro l'altra - ha dettp Boniardi - è una narrazione agghiacciante, il focus è la mancata tutela di un diritto, quello di viaggiare, il messaggio non è 'poveri disabili trattati male'".

"Come associazione - spiega Haccade - ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi. Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà.

"Siamo giunti a Milano più di due ore dopo l’arrivo previsto, in un autobus privo di servizi igienici e in condizioni climatiche non adeguate e senza informazioni su un luogo di arrivo preciso ipotetico in stazione Centrale (informazione necessaria per le famiglie delle persone del gruppo) - continua l'associazione -.  (...) era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone dei bagagli era affacciato alla strada e non al marciapiede. Abbiamo insistito con l’autista per richiedere un intervento dell’assistenza".

"Dopo averci detto di non avere contatti o informazioni al riguardo, ha contattato un responsabile (non meglio identificato) che ha riferito di non riuscire a comprendere dove ci trovassimo esattamente (nonostante indicazioni della responsabile del gruppo) - lamenta Haccade -. La comunicazione è stata interrotta dall’autista che ha tolto alla stessa responsabile del gruppo il telefono, inveendole contro riguardo un presunto stato di disordine del bus (seppure sia stata posta attenzione da parte di tutti alla condizione dello stesso). Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, né si è presentato sul luogo, le famiglie hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia".

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